Lettera al Direttore:’Disprezzo per le Istituzioni pubbliche’

Politica

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Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Direttore,

nel web circola da anni questa vignetta. Mi Permetta di dirLe che la tesi implicita nella battuta in questione è:

  1.     a)un’espressione di disprezzo per le Istituzioni della nostra Repubblica e per tutto il popolo italiano (dato che i parlamentari “ladri” sono stati eletti in libere elezioni e quindi volontariamente e deliberatamente scelti dal popolo italiano; il quale eleggendo ladri in Parlamento risulta ovviamente amico dei ladri);
  2.     b) un apprezzamento positivo per le monarchie (o repubbliche) islamiche e per il loro barbarico diritto penale. Un diritto che non esita ad amputare le braccia di chi ha commesso un furto.

La tesi in questione come è  noto è stata lanciata contemporaneamente (e col medesimo intento) dal comico Beppe Grillo e dai grandi media a partire dal 2007 e ha dato avvio al movimento populista che ha portato all’attuale composizione del Parlamento. Una composizione paradossale che vede i membri del Parlamento “contro il Parlamento”. Tanto da portare al taglio del 35% dei seggi. La tesi stessa come pure a Lei noto è stata accolta in massa dallo stesso Popolo italiano che col referendum del 20-21 settembre 2020 l’ha confermata con una plebiscitaria adesione.

È giusto che io Le dica che dai 17 anni in poi (sono nato nel 1942) ho considerato il testo della Costituzione come “sacro” ossia ho fatto delle norme costituzionali la mia religione civile. Quindi ogni volta in cui io mi trovo di fronte ad espressioni di disprezzo per la Costituzione e per le istituzioni repubblicane mi sento offeso nel profondo. È giusto che Le dica ancora che per essermi dedicato col massimo impegno per il rispetto della legalità, a partire da quella costituzionale, sono stato fatto oggetto di ostilità da ambienti politici e professionali che hanno pesantemente danneggiato le mie condizioni di vita. In particolare per essere stato fedele alla Costituzione sono stato punito con una pesante riduzione del mio esiguo reddito da parte dei populisti oggi al potere in Italia.

Le confesso che sono in grande imbarazzo perché, a partire dalla metà degli anni ’80 e soprattutto dopo il 1993 in Italia si è proceduto alla demolizione dell’impianto costituzionale e non ho visto nessun intervento di opposizione a questa tendenza da parte dei massimi dirigenti della politica, degli accademici delle scienze politiche, giuridiche, politiche, sociologiche e storiche e dei direttori dei grandi mezzi di comunicazione.

Probabilmente sono io che mi sbaglio e vorrei davvero sbagliarmi, ma il fatto che il disprezzo per le Istituzioni repubblicane trovi il modo di esprimersi nella forma della vignetta in questione riempie il mio animo di indicibile amarezza.

Le chiedo scusa per questa espressione di dolore, e nello stesso tempo La prego di accogliere questa mia preghiera: utilizzi i mezzi di informazione di cui Lei ha la responsabilità per difendere la nostra Costituzione. Desidero farLe sapere che, per questo scopo, Lei potrà contare su ogni possibile collaborazione da parte mia.

La ringrazio per l’attenzione che vorrà prestare a queste mie parole e la prego di gradire i miei più cordiali saluti e l’espressione della mia più viva stima.

Giorgio Pizzol

P.S.

Sul tema in questione ho scritto (e riscritto) in particolare l’articolo leggibile in questi siti. Le sarei grato volesse segnalarlo ai lettori.

https://www.ilparlamento.eu/la-grande-menzogna-de-la-casta-le-ragioni-del-no-di-giorgio-pizzol/

https://www.pensalibero.it/riforma-elettorale-dopo-il-taglio-dei-parlamentari-chi-lha-vista/

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