Figli del vento

Arte, Cultura & Società

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di Romina G. Bottino

Sono di questi giorni alcuni  gravissimi episodi che riportano in prima pagina quella che sta diventando una vera e propria emergenza sociale: la violenza tra i giovanissimi ed il fenomeno delle baby gang.

Queste vere e proprie  bande sono formate anche da ragazzine che insieme ad altri coetanei picchiano, minacciano, adolescenti, adulti, le stesse forze dell’ordine, imbrattano e distruggono  treni , pullman, edifici e luoghi pubblici per poi sfoggiare sui social le i loro atteggiamenti delinquenziali. Il fenomeno purtroppo non riguarda solo le grandi città come Milano o Roma, ma si sta sviluppando anche nei piccoli centri a dimostrazione di un profondo disagio affettivo e relazionale che ha investito i giovanissimi in questi ultimi anni, complice l’assenza educativa e formativa dei genitori  che,  oberati dagli impegni e presi da atteggiamenti  egoistici, abbandonano  e demandano ai  social la crescita affettiva ed emotiva dei propri figli, senza condividere più nulla con loro, neppure il pasto fondamentale.

Tutto parte dal sistema fin dall’infanzia che permette ed agevola l’utilizzo della scuola come parcheggio dei figli di genitori troppo indaffarati, pronti a protestare ed a rivolgersi al Tar per far annullare eventuali provvedimenti emessi a tutela dei loro stessi figli.

Il Sistema oggi afferma esclusivamente il lavoro e la carriera a discapito delle vere e proprie cure parentali , spesso demandate ai centri sociali per ragazzi e per i più fortunati alle tate.  Sono sempre questi stessi genitori che per liberarsi dei loro sensi di colpa verso i figli  lasciano loro, anche se giovanissimi, una libertà incontrollata.   È possibile vedere adolescenti in giro fino all’alba che bevono, spesso spacciano ,  si drogano, imitando gli esempi dei compagni o dei modelli che gli vengono propinati dai vari mezzi di comunicazione e dalle stesse canzoni che inneggiano alla violenza, al nichilismo, all’autodistruzione.

Sanremo docet, fra turpiloqui, atteggiamenti, blasfemia e volgarità.

Anche il cinema e la televisione molto difficilmente offrono modelli educativi,  gli stessi cartoni animati e i video giochi sono una celebrazione della violenza né vi è più alcuna  censura o fascia protetta.  Il vero dramma è che la società che si è intesa costruire in questi ultimi venti anni non dà più alcuno spazio ai bambini, ai giovanissimi e ai giovani. La disgregazione del ruolo della famiglia  tradizionale, voluta e promossa da certi orientamenti politico-ideologici e radical chic che governano il paese da più tempo e monopolizzano la cultura,  ha prodotto l’inesorabile involuzione e deriva educativa, morale e  sociale cui stiamo assistendo.   Dietro questi ragazzini non c’è alcuna guida, nessun autorevole punto  di riferimento, sono abbandonati a se stessi perché i genitori sono spesso separati o vivono la propria vita senza dare il giusto tempo e la dovuta considerazione ai propri figli.  Sono stati propinati modelli educativi e di vita sbagliati dove non esiste più il senso di responsabilità, di dovere, ma tutto ciò che piace è lecito.

La stessa tipologia di mamma media italiana non esiste più, ma dietro le suggestioni di noti talk show  televisivi pomeridiani si sono affermati modelli di donne frivole, superficiali e discinte che spesso competono con le figlie sedicenni in atteggiamenti, modi di vestire ed apparire, incapaci di accettare la loro età ed il loro ruolo genitoriale, prigioniere dell’eterna sindrome di Peter Pan.  È stata demonizzata la figura maschile, mettendo in discussione il  suo ruolo genitoriale e la sua autorevolezza nella famiglia, indebolendo, fra l’altro, il suo rapporto positivo con la donna.  Questo uomo bersagliato e colpevolizzato da alcuni modelli culturali ha perso la fiducia in sé stesso ed è diventato insicuro ed incapace di dare protezione ai suoi figli e di esserne il punto di riferimento. La figura  di uomo oggi affermato dai media vuole essere un confuso modello ibrido.   I genitori sono diventati gli amici dei figli, mentre i figli vogliono  genitori adeguati, capaci di dargli tempo, valori, consigli, guida sicura,  fiducia in sé stessi, protezione ed amore!

Anche la figura dei nonni è stata messa da parte dai nuovi modelli socio-culturali perché non interagiscono più con figli e nipoti a livello relazionale e affettivo vivendo o da soli o in residenze protette; purtroppo non c’è più nessun interscambio generazionale cosi importante nella formazione e nella strutturazione delle giovani personalità. Tutto il male fatto da questi giovanissimi ricade sulla società tutta che non li ha saputi amare, crescere e formare. Stiamo pagando, attraverso la distruzione di giovani vite e di ogni sano legame, i  modelli  propugnati dalla nuova società liquida post industriale che ci vuole senza identità di genere, senza legami affettivi stabili,  senza lavoro sicuro.

I figli, per la loro stessa natura , per la loro crescita sana hanno bisogno di realtà familiari solide ed autentiche su cui poggiarsi ed appoggiarsi proprio perché il mondo esterno è diventato sempre più volatile, indifferente e ostile. Spesso a scuola sono sempre gli sguardi smarriti dei ragazzini più difficili che chiedono aiuto, sicurezza, protezione, a volte lasciano emergere la loro paura di essere risucchiati in un vortice distruttivo e senza senso. Purtroppo anche il progressivo allontanamento di tante famiglie da qualsiasi forma di confessione religiosa ha portato, insieme a questi stili di vita profondamente materialisti ed egocentrici, all’affermazione di rapporti umani superficiali, vuoti, se non addirittura indifferenti ed  è  stata messa da parte quell’ansia di pienezza e di ricerca dell’Infinito che è propria della natura umana.

I ragazzi sono come giovani piante che per crescere sani e dritti devono affondare bene le loro radici nella terra della loro storia identitaria familiare ed  essere retti da un solido  bastone che li sostenga durante le tempeste della loro adolescenza, come fecero con noi  i nostri genitori,  tradizionalisti ed antiquati, che però ci diedero spalle larghe per affrontare le difficoltà della vita.

E’ venuta meno anche la guida morale e spirituale dei vecchi oratori che formarono tanti validi professionisti, purtroppo i cambiamenti storico-culturali, dei gravi episodi di violenza e certa stampa hanno delegittimato quel ruolo centrale che la Chiesa aveva come comunità educante.  Abbiamo costruito una società confusa, priva di valori spirituali, identitari, di originalità, che confonde la libertà col libertinaggio, che definisce negativa la diversità e che in nome di una falsa uguaglianza vuole etichettare e definire ogni essere umano;  ma definire significa etimologicamente limitare, porre dei confini e quindi imprigionare l’essere umano in degli stereotipi che ne annullano l’originalità e la libertà.  Ogni essere umano è unico e quindi diverso dall’altro.  Se si vuole realmente salvare il futuro e la società tutta l’azione educativa dei fanciulli e dei ragazzi , sia a livello familiare che scolastico, deve essere rifondata sui valori di quell’umanesimo classico-cristiano che ha dato  dignità e centralità all’uomo fin dal suo nascere, modello formativo purtroppo accantonato da più di un ventennio da quegli  orientamenti  politico ideologici di stampo materialista, ateo  o laico.

Se non si riscoprono i grandi valori della spiritualità dell’uomo che danno senso alla fatica della quotidianità dell’essere, è inutile insegnare educazione civica, del resto sempre insegnata, perché resterà sempre un discorso astratto e mai realmente sentito dai giovani. Dobbiamo uscire dalle logiche materialistiche su cui abbiamo fondato questa società post-industriale, super tecnologica, ma vuota d’anima e di senso e ridare il giusto tempo e valore ai nostri figli che sono inestimabili. Con i nostri comportamenti abbiamo messo in discussione le stesse teorie darwiniane perché abortiamo, abbandoniamo o ci disinteressiamo dei nostri figli e stiamo costruendo una società moralmente e psicologicamente malata che tende all’autodistruzione.

Dobbiamo riscoprire il rispetto per l’uomo, che si traduce prima di tutto nella cura e nell’attenzione verso i propri figli, verso il domani!

Gli illuminati dell’educazione hanno bandito dall’attuale modello formativo  non solo il libro Cuore, ma di fatto la fede, la patria ed il rispetto.

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