Kandinskij, rivoluzionario ed enigmatico: una mostra a Rovigo racconta la sua arte

Arte, Cultura & Società

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Vasilij Kandinskij: Improvvisazione 11, 1910, olio 97,5 x 106,5 cm The State Russian Museum, San Pietroburgo © 2021. Foto Scala, Firenze

Vasilij Kandinskij, With Fruits, 1918. Collezione privata, Vienna

La retrospettiva 

L’enigma Kandinskij non è ancora compiutamente disvelato, dicono gli studiosi. E l’ampia retrospettiva curata da Paolo Bolpagni e Evgenia Petrova (dal 26 febbraio al 26 giugno 2022) punta ad approfondire, in modo autorevole, proprio questa ricerca.

Vasilij Kandinskij, Le Noeud rouge Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence (France), Foto Claude Germain

“Dopo alcune mostre mirate a porre in risalto singoli aspetti di Kandinskij, l’obiettivo di questo progetto è di aiutare a cogliere l’arco unitario del percorso dell’artista”, hanno spiegato i curatori. Ciò avverrà “individuandone le costanti che, dai primi anni del Novecento sino alla fine, innervano il suo modo personalissimo di dipingere: la ricerca di un’autenticità interiore, la volontà di creare un mondo visivo nuovo e libero, il riferimento alla musica, l’irrazionalismo spiritualistico e il legame con l’arte popolare russa e soprattutto con le espressioni creative dei popoli della Siberia, le cui tracce agiscono alla stregua di un fil rouge. La componente musicale e quella etnografica rivelano una comune radice spiritualistica”.

Vasilij Kandinskij, Rider, 1909-1910. Collezione privata, Vienna

Il tutto mentre, via via, si assiste al prender vita del graduale passaggio dalla figurazione all’astrazione, che si impone come chiave di volta di una delle rivoluzioni più radicali della pittura della prima metà del XX secolo.

Vasilij Kandinskij, Destino (Il muro rosso) 1909, olio su tela 83 x 116 cm, Astrakhan, The P.M. Dogadin Astrakhan State Art Gallery, inv. AKГ-Ж-458

Il contributo di Kandinskij alla creazione di una forma espressiva della pittura fondata su nuovi presupposti è enorme. Ma, sottolineano i curatori, “nonostante il grande lavoro storico-critico che, anche negli ultimi decenni, hanno compiuto molti studiosi, nell’analisi del suo percorso resta un che di enigmatico. Numerose furono le matrici da cui scaturì, con lenta gradualità, quel linguaggio artistico che ha sconvolto il Novecento: dal fortissimo potere di suggestione esercitato su Kandinskij dalla musica, alla conoscenza della cultura popolare contadina della Russia profonda; delle case, dei mobili e dei costumi variopinti con cui entrò in contatto durante una spedizione nel territorio della Vologda in Siberia”.

L’evoluzione di un’arte visionaria

Come questa mostra evidenzia, il fascino di Kandinskij sta anche nella sua “imprendibilità”, nello sfuggire a spiegazioni del tutto razionali. E l’obiettivo dell’esposizione pensata per il Roverella è di analizzare il costante mutare ed evolvere della sua arte evocativa e visionaria, anzitutto nel passaggio fondamentale dalla figurazione all’astrattismo, nella dialettica tra libertà espressiva e princìpi ordinatori.

Vasilij Kandinskij, Mittengrun (Green in the middle), 1932. Collezione privata, Roma

L’elenco delle sezioni della grande mostra rodigina mette in chiaro la volontà dei curatori di analizzare con taglio originale la vicenda Kandinskij: si parte dagli esordi dell’artista, a Monaco di Baviera, per approfondire poi il suo approdo a Murnau e la scoperta dello “spirituale nell’arte”, per sfociare quindi nel magico momento del “Cavaliere azzurro” e della conquista dell’astrattismo (1911-1914). Poi il ritorno in Russia (1914-1921) e l’esperienza al Bauhaus (1922-1933), sino agli ultimi anni del Maestro in terra di Francia. Un percorso puntuale che entra nel vivo di tutti i momenti creativi della vicenda di Kandinskij, documentandola nella mostra attraverso una sequenza di opere che, di questa qualità, difficilmente si sono potute ammirare in una mostra italiana su di lui. Le opere sono state concesse da musei russi e da numerose istituzioni europee.

Vasilij Kandinskij, Dunn und fleckig Souple [Sottile e macchiato flessibile], 1931 chine colorate e aniline su carta preparata ad acquarello applicata su cartoncino azzurro, 47,7 x 25,9 cm. Collezione Domenico Catanese

La mostra è organizzata per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la collaborazione del Comune di Rovigo.

Per info e biglietti, cliccate qui 

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