Gian Luca Gori: Recensione del Critico d’arte Melinda Miceli 

Arte, Cultura & Società

Di

Gian luca Gori, classe 1966, Firenze, economista ed esperto di finanza comportamentale sulla quale ha effettuato numerose docenze presso aziende, istituti scolastici superiori e la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Firenze. Si occupa di formazione professionale, sia come docente sia come organizzatore di corsi formativi, di consulenza immobiliare e di analisi tecnica dei mercati finanziari, di consulenza finanziaria, di finanza comportamentale e di sviluppo di trading system.

E’ autore del libro: Finanza Comportamentale, Delta3 Edizioni, 2020. Autore, insieme ad altri coautori, del libro: HUB Connessioni comunicative, Collana Polymathes, Lulu.com Editor, 2013, è anche un poeta molto profondo.

La sua poetica è racchiusa nella silloge “L’Ottava Nota”- GLG Pensieri: un percorso iniziatico, Pegaso Edizioni, 2020. La sua ispirazione poetica si deve forse all’atavica appartenenza a Firenze, patria del “Dolce stil novo“, denominazione con cui Dante nella Divina Commedia definisce la nuova poetica letteraria che si affermò a Firenze nel periodo 1280-1310.Nel “Dolce stil novo” l’assoluta fedeltà all’ispirazione d’Amore definisce uno stile limpido, suadente e un’esclusività tematica tutta incentrata sull’amore, a un pubblico nobile e selezionato sul piano culturale e etico.

È legittimo dunque parlare di dolce stil novo nell’ispirazione di Gian Luca Gori. Se “nomen est homen” allora risaliamo all’origine del cognome dello stesso poeta; Gori deriva dalla trasformazione del nome Gregorio, a sua volta derivante dal latino “Gregorius” che significa “desto” o, meglio “colui che è desto”, di cui Gori costituisce un diminutivo per aferesi.La popolarità del nome si deve alla devozione verso Gregorio Magno che ne favorì quindi la cognominizzazione. Le tracce araldiche ci ricordano che la famiglia Gregorio era di stirpe nobile e di origine germanica, inoltre iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Italiano Nobiliare coi titoli di cavaliere dell’impero austriaco (personale), concessione 1857 e dei conti.
Lo stemma toscano così è blasonato: “D’azzurro, alla banda d’argento accostata superiormente da una chiave d’oro con l’anello a sinistra”. L’origine toscana del suo stile e del suo cognome spiegano le peculiarità di una poetica amorosa e classicheggiante che riecheggia la musicalità lirica di una canzone.

Gian Luca Gori ha scelto di essere presente nel catalogo epocale “L’arte del nostro secolo” a cura del critico d’arte Melinda Miceli che così si è espressa su Gian LucaGori: “Il poeta ci trascina tra le maglie di una sensualità filtrata, nei frammenti di una poetica amorosa malinconica dove si consuma il senso del tempo, sospeso nella nostalgia di una dichiarazione rivelata.

A tratti emergono chiavi di lettura che lo legano a Pedro Salinas e Pablo Neruda nella visuale di una rilevante eleganza estetica volta ad approfondire il senso di solitudine. Egli materializza le parole in immagini visive, espressione di un esistenzialismo poetico in cui l’amore trionfa sul senso onirico, sulle metafore, sugli stilemi poetici dottrinali.

Una velata dimensione di mistero attraversa il suo linguaggio laddove l’estetica di un distico a tratti legato e nascosto nella trama, si affaccia nella poetica del verso di Gian Luca Gori. L’oblio del mondo tangibile si manifesta con la parola nella memoria che attinge solo a slanci del cuore e deflagrazioni dell’anima, creando intense emozioni, fino quasi a udire le vibrazioni dei sensi e lo slancio erotico. Indubbiamente una lirica quella di Gian Luca Gori, piacevole e musicale, analitica e sensuale di “Amor cortese”, nel trionfo della bellezza e della gentilezza d’animo che spiritualizza il sentire di questa poetica contemporanea ma strutturata e intellettuale.

02 Febbraio 

E sì pensai fosse vero amore

e mai errore fu più grande

e gridar le genti così ancor per te

e le loro menti velate agli occhi su di me.

Ma quando ancor mi ridestai

per l’amor che non può nascere

dove ci sei ad un tempo

tribolato e falso sul mio cammino

vidi occhi umidi di passione

luce vera e senza volto

lacrime di chi mi ha reso cosa grande

non più mai ti dirò chi sono

solamente tu avrai me per sempre.

Poggia le tue labbra sulle mie

vola sulle ali della gioia

ma ti prego, baciami.
Quanto è potente il tuo ardore!
Rendimi degno della tua mano
in questo giorno, che non avrà mai fine.
Lunga sarà la notte
per chi solo adesso comprende
il bisogno che ho di te.

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