Aumentano i fronti dell’offensiva russa in Ucraina

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È caduta anche Chernobyl passata sotto il controllo delle truppe di Mosca. Bombardamenti in tutto il Paese. Preso di mira anche Mariupol, strategico centro portuale sul Mare d’Azov, dove nelle ultime ore sono state udite centinaia di esplosioni

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© KONSTANTIN MIHALCHEVSKIY / SPUTNIK VIA AFP – Truppe russe in Ucraina

 Si moltiplicano i fronti dell’offensiva di terra russa in Ucraina, mentre si registrano bombardamenti ed esplosioni nei pressi di tutti i maggiori centri urbani del Paese. Mosca, inoltre, ha preso il controllo della centrale di Chernobyl, nel Nord dell’Ucraina, che nel 1986 fu teatro del peggior incidente nucleare della storia.

“Dopo aspri combattimenti, abbiamo perso il controllo del sito”, ha affermato Mikhailo Podoliak, consigliere della presidenza ucraina. Kiev aveva precedentemente riferito di combattimenti vicino al deposito di scorie nucleari del sito, sollevando il timore del pericolo di una fuga di radiazioni.

L’invasione, annunciata dal presidente russo, Vladimir Putin, come una “operazione militare speciale” per “demilitarizzare” e “denazificare” la nazione confinante, è iniziata alle 4 del mattino italiane di giovedì 24 febbraio. Secondo le autorità ucraine, l’attacco è partito inizialmente da tre direzioni: a Nord dall’avamposto di frontiera di Senkivka, ovvero dalla Bielorussia; a Est dalle aree separatiste, in direzione di Kharkiv; a Sud, dalla Crimea. I fronti di terra si sono successivamente spostati anche più a Nord Ovest, lungo tutta la frontiera con la Bielorussia, dove Mosca aveva schierato 30 mila truppe.

La situazione sul campo è difficile da definire, anche a causa delle informazioni contrastanti che giungono dalle due parti in lotta. Un esempio è l’aeroporto di Gostomel, vicino Kiev. Zelensky ne ha annunciato la riconquista, dopo che truppe paracadutate russe ne avevano preso possesso, come confermato da un cronista della Cnn. Secondo France Presse, invece, la battaglia è ancora in corso.

Le fonti russe hanno citato numerosi casi in cui gli ucraini si sarebbero arresi senza combattere. Kiev sostiene di aver respinto il nemico o tenuto la linea sulla maggior parte dei fronti e di aver inflitto all’invasore pesanti perdite.

La situazione più difficile per Kiev è a Kherson, nei pressi della Crimea, dove le autorità hanno ammesso di aver perso il controllo della città. La presidenza della regione di Sumy, nel Nord Est, ha riferito inoltre di aver perso il controllo del capolouogo e di una sezione dell’autostrada M02 Kiev-Mosca, mentre sono in corso combattimenti per la città di Akhtyrka.

Nel Donbass, dove le milizie separatiste stanno cercando di impadronirsi delle aree dei due Oblast del Donbass ancora in mano a Kiev, le forze di Donetsk, secondo Mosca, sono riuscite a penetrare per sette chilometri nel territorio avversario, mentre quelle di Lugansk stanno incontrando una resistenza accanita.

Zelensky garantisce che Kharkiv, nel Nord Est, è al sicuro e che i russi stanno lentamente avanzando verso la regione settentrionale di Chernihiv, che disporrebbe però di adeguate difese.

Le guardie di frontiera ucraine riferiscono che le forze di terra sono già entrate nella regione della capitale Kiev, dove sono stati dichiarati il coprifuoco e l’allarme aereo e la popolazione si è rifugiata nei bunker e nella metropolitana. Le sirene antiaeree hanno suonato, per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, perfino a Leopoli, vicino al confine polacco, dove molte delegazioni diplomatiche avevano spostato il loro personale.

L’offensiva è iniziata prima dell’alba con un’ondata di missili da crociera, colpi d’artiglieria e bombardamenti aerei che hanno colpito postazioni di confine e infrastrutture militari Esplosioni sono state udite in numerose città ucraine: da Odessa alla capitale Kiev, da Kharkiv a Dnipro. Reuters ha diffuso immagini che mostrano carri armati a Mariupol, lo strategico centro portuale sul Mare d’Azov, dove nelle ultime ore sono state udite centinaia di esplosioni, del pesante attacco russo in corso.

L’entità delle operazioni russe non è ancora del tutto chiara

Putin ha affermato che non intende occupare il territorio del Paese e, a tre ore dall’inizio dell’attacco, il ministero della Difesa russo ha affermato di aver “neutralizzato” le difese aeree ucraine. La maggior parte dei bombardamenti sono concentrati nell’Est, dove si trovano le aree controllate dai separatisti, i quali, un paio d’ore dopo l’inizio dell’offensiva aerea, hanno attaccato le posizioni dell’esercito ucraino ai confini delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.

Sono stati, però, riportati attacchi aerei anche a Ovest, su Lutsk, Kherson e Ivano-Frankivsk, vicino al confine polacco. Lo spazio aereo è stato chiuso nel Nord Est ed è stato sospeso tutto il traffico aereo civile all’interno del Paese.

Le informazioni su uno sbarco anfibio a Odessa sono state smentite da alcune fonti ucraine. Nella città portuale sul Mar Nero sono stati registrati 18 morti per un attacco missilistico. Altre sei vittime sono state segnalate dalle autorità locali a Brovary, vicino Kiev. In totale l’Ucraina ha riferito di 40 caduti tra le proprie fila e di una dozzina di civili uccisi.

L’esercito di Kiev ha poi affermato di aver abbattuto cinque aerei e un elicottero nemici e ucciso una cinquantina di “occupanti russi” nell’Est. Da Mosca non sono arrivate per ora cifre sulle perdite. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha comunicato che le forze armate di Mosca hanno colpito e distrutto 74 obiettivi militari in Ucraina, tra cui 11 basi aeree. Sono state inoltre messe fuori uso, prosegue Konashenkov, 18 stazioni di localizzazione radio per i sistemi antimissile e sono stati abbattuti un elicottero da combattimento e quattro droni da attacco Bayraktar TB2.

La resistenza ucraina

Le forze di Kiev, nonostante gli aiuti occidentali, soffrono di una forte sproporzione numerica di fronte al nemico. Mosca ha circondato il Nord e l’Est dell’Ucraina con circa 190 mila truppe, 30 mila delle quali in Bielorussia, ha ammassato le sue forze navali nel Mar Nero e ha chiuso il Mare d’Azov alla navigazione.

In totale la Russia può contare su 900 mila truppe, due milioni di riservisti e mezzo milione di militari impiegati in altre forze. L’Ucraina ha invece un esercito di terra di 145 mila effettivi, più 45 mila nell’aeronautica e altri 11 mila nella marina. I riservisti sono 900 mila, ai quali si aggiungono altri 100 mila impiegati in altre forze. Il divario è ancora più largo in termini di armamenti. Mosca ha 16 mila veicoli corazzati da combattimento, carri armati inclusi, contro i 3.300 dell’Ucraina.

Le dotazioni di artiglieria mostrano una sproporzione analoga, mentre l’aeronautica ucraina è un decimo di quella russa. Dopo l’annessione russa della Crimea, l’Ucraina ha ricevuto armi per 2,5 miliardi di dollari dagli Stati Uniti e istruttori americani hanno formato i militari ucraini per l’utilizzo del materiale bellico fornito da Washington: armamenti leggeri, navi da pattugliamento e missili anticarro Javelin.

Le forze armate russe hanno però, a loro volta, attraversato una decisa riforma dopo la performance nella guerra con la Georgia del 2008, giudicata poco brillante. A ciò ha contribuito il banco di prova della Siria, dove i comandanti russi, a fianco del presidente Bashar al-Assad, hanno combattuto jihadisti e ribelli riconquistando buona parte del territorio che Damasco aveva perduto. AGI

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