Su Rai1 arriva “Noi” con Lino Guanciale

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ROMA  – Il genere family drama, che in italiano traduciamo erroneamente “dramma familiare”, non è molto praticato in questi tempi dalla fiction. Eppure, come dimostra il successo straordinario di “This is us”, quando è fatto bene funziona.
Ed è per questo che Rai Fiction ha deciso di declinarlo con “Noi”, adattamento italiano della succitata serie americana, affidandone la realizzazione a Cattleya, la scrittura a Sandro Petraglia (con Flaminia Gressi e Michela Straniero) e la regia a Luca Ribuoli. Ne sono nati dodici episodi che Raiuno trasmetterà dal 6 marzo in prima serata. Ad interpretarli sono Lino Guanciale e Aurora Ruffino rispettivamente nei panni di Pietro e Rebecca Peirò, lui operaio lei di famiglia borghese e agiata, le cui vite vedremo snodarsi (in un continuo alternarsi tra ieri e oggi) dagli anni Ottanta, quando lei sta per partorire i tre gemelli che aspetta, fino ad oggi, con i due genitori ormai sessantenni e i figli poco più che trentenni e ciascuno alle prese con i propri problemi.

Si tratta, insomma, di un grande affresco familiare, dipinto sullo sfondo di alcuni decenni della storia del nostro Paese, a partire dall’amore dalla nascita dell’amore tra Pietro e Rebecca: «Questo amore è la cosa più intensa di “This is us” e io spero che sia la cosa più bella di “Noi” – dice Sandro Petraglia – Tutto questo, mentre si racconta una famiglia, che è per me, come scrittore, un nodo ‘politico’ della narrazione del nostro paese. È lì la radice della forza e della fragilità delle esistenze, lì si formano e si alimentano le contraddizioni, specie nel momento in cui si esce dal nido e si va all’avventura nel mondo».
Nonostante le contraddizioni che porta inevitabilmente dentro di sé, la famiglia continua a essere, dunque, la “radice” e non è un caso che il regista si sia commosso parlandone nella conferenza stampa di presentazione che si è svolta questa mattina: «Il coraggio di questi personaggi ci ha emozionato» ha detto. Aurora Ruffino aggiunge: «In ogni fase della sua vita Rebecca mi ha lasciato qualcosa.

All’inizio è rivoluzionaria poi tutto si stravolge quando incontra Pietro: lui è un uomo semplice e onesto e rappresenta quella verità che le è sempre mancata. Poi – aggiunge l’attrice – a 30 anni si scopre madre amorevole, talmente protettiva nei confronti dei figli da sbagliare con loro; a 40 entra in crisi perché, ora che i figli hanno meno bisogno di lei, si rende conto di essersi messa da parte per troppo tempo; e a 60 è una donna che ha una consapevolezza e una storia importante alle spalle». Anche Lino Guanciale è stato conquistato dal suo personaggio, «il padre che tutto vorrebbero avere o essere, al netto di una bella dose di fragilità.

La sfida è stata pensare quanto potessero essere difettosi personaggi che sono archetipi di perfezione». Per entrambi la memoria va alle loro famiglie d’origine: «Pietro mi ricorda mio nonno, un grande lavoratore» dice lei; «spero che tutti ci dicano: “Pietro sembra mio zio!”. Ho anche indossato vestiti e capelli per i quali prendevo in giro mio padre che, invece, li portava con disinvoltura. Mi ci sono riconosciuto e ciò vuol dire che questa storia ci riguarda tutti».
Così come riguarda tutti la famiglia: «La famiglia è la capacità di restare uniti nonostante tutto, di non perdersi anche quando si è tentati di dire basta, rinuncio a tutto perché è troppo – osserva la Ruffino – E la tentazione capita spesso ma la famiglia è quella cosa che ti prende allo stomaco e ti forza a restare. Non puoi fuggire, anche se vai dall’altra parte del mondo ti rimane dentro.

È un legame che ci sarà per sempre, per tutta la vita e bisogna cercare di accoglierlo anche nelle difficoltà, cercando di trovare soluzioni insieme. È la forza di riuscire ad accettare e cogliere tutte le situazioni che succedono, i vari problemi, i momenti difficili che sono le prove vere della vita». È qualcosa di talmente forte che le ha fatto vivere un’esperienza particolare sul set: «Ho quasi 33 anni e penso all’idea di avere una famiglia e dei figli. Dopo un paio di mesi di riprese, però, ho avuto quasi un rifiuto della maternità perché quello che si vive è davvero molto forte. Alla fine delle riprese invece, dopo avere vissuto con bambini e adolescenti, è riaffiorato molto più forte il desiderio di diventare madre, l’amore ha prevalso sulla paura del dolore».

Per Lino Guanciale, «la famiglia è una cosa di cui non ti liberi mai nel bene e nel male, sta a noi decidere cosa fare del bene e del male che ti ha dato. A volte – aggiunge l’attore – accade un fenomeno strano: io ho un padre che è molto vicino a Pietro, che è stato capace di mettermi in condizione di seguire i miei sogli pur non capendo nulla di quello che io avevo in testa.

Ecco, a volte ti fa più rabbia questo che un padre con cui puoi prendertela e “ucciderlo” in senso edipico. La famiglia è il luogo dove sei nudo, se lo sei con felicità o meno sta ai genitori costruirlo». Quel che è certo, conclude, «è che “Noi” sfugge all’equazione “se c’è l’amore c’è la felicità”. È un grande tranello. Anche a me Pietro ricorda mio nonno ma lui era normativo, uno per il quale la famiglia serviva a darti regole non scalfibili nel tempo. Pietro e Rebecca non sono così, i valori della famiglia sono l’ascolto, il rispetto e l’inclusione e questo ammette che i figli possano essere infelici. Tu non devi renderli felici ma stargli accanto e questo rende Pietro e Rebecca molto moderni».
Nel cast di “Noi” ci sono anche, tra gli altri, Dario Aita (Claudio Peirò), Claudia Marsicano (Caterina Peirò) e Livio Kone (Daniele Peirò). La canzone originale “Mille stelle” è cantata da Nada.
(ITALPRESS).

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