É libero il registra ucraino Eugene Lavrenchuk ricercato da Mosca

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Il fondatore del teatro polacco di Mosca era finito ai domiciliari a Napoli poiché le autorità russe ne chiedevano l’estradizione con l’accusa di aver sottratto denaro prestato da uno studente per la ristrutturazione del teatro e di averlo usato per sue esigenze personali.

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© Facebook Yeven Eugene Lavrenchuk
– Yeven Eugene Lavrenchuk

AGI – Il regista ucraino Yeven Eugene Lavrenchuk, fondatore del Teatro Polacco a Mosca, di cui le autorità russe avevano chiesto l’estradizione all’Italia, preso a Napoli in una struttura ricettiva a fine gennaio mentre si recava a Tel Aviv, è libero.

La Corte di Appello di Napoli, accogliendo anche la richiesta del ministro della Giustizia, Marta Cartabia arrivata il 2 marzo, ne ha disposto la scarcerazione dai domiciliari.

Il pg il 25 febbraio scorso pure aveva chiesto il rigetto della richiesta di Mosca anche in considerazione della posizione del Governo italiano rispetto la crisi ucraina.

Lavrenchuk è considerato un oppositore di Putin. Era accusato dalle autorità russe di aver sottratto denaro prestato da uno studente per la ristrutturazione del teatro e di averlo usato per sue esiegenze personali; in realtà, il capo di imputazione presentato nella richiesta di estradizione, anche questa non perfettamente conforme alle regole internazionali, non era compiutamente formulato, facendo riferimento solo a reati finanziari e fiscali.

La notizia dell’arresto aveva creato una mobilitazione anche sui social a suo favore. Il deputato dei radicai e presidente di +Europa, Riccardo Magi, aveva anche presentato una interrogazione al Guardasigilli, sottolineando i rischi che il regista correva se fosse stato estradato.

L’ordinanza emessa il 3 marzo dalla Corte di Appello di Napoli revoca la misura cautelare degli arresti domiciliari applicata a Yevhen Eugene Lavrenchuk e ne dispone l’immediata Liberazione, richiamando integralmente contenuto della richiesta avanzata il giorno prima dal Guardasigilli e evidenziando che il regista era di nazionalità Ucraina, che la sua estradizione era stata richiesta dalla Federazione Russa e che, sulla base della posizione assunta dal governo italiano nella crisi, il procuratore generale, Luigi Riello, “nella requisitoria trasmessa a questa Corte in data 25 febbraio ha chiesto il rigetto della richiesta di estradizione”.

L’artista era stato arrestato il 17 dicembre 2021 (et non a gennaio come erroneamente scritto in precedenza, ndr.).

Magi aveva chiesto a Cartabia “per quali motivi il governo abbia richiesto il mantenimento della misura cautelare della custodia in carcere” in seguito all’ordinanza della Corte di Appello di Napoli del 18 dicembre 2021 e “quali determinazioni intende assumere riguardo alla richiesta di estradizione” della Federazione Russa.

Richiesta che era stata presentata per via diplomatica il 20 gennaio scorso “entro i 40 giorni dall’ arresto provvisorio a norma dell’articolo 16 della convenzione europea di estradizione”, ricorda il ministro. In quella stessa data però la Corte di Appello di Napoli aveva sostituito la misura cautelare in carcere con i domiciliari ad Avellino, luogo indicato dall’artista.

Già a gennaio Cartabia aveva contattato il ministro della cultura della Repubblica Popolare Ucraina, e assicurandole che il caso sarebbe stato seguito con massima attenzione, tenendo conto proprio delle situazioni di persecuzione e discriminazione legate opinioni politiche e alle condizioni personali del regista.

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