Una migrazione incontrollata

Emigrazione & Immigrazione

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La migrazione non regolamentata in termini di numero, di identificazione delle  persone, di conoscenza delle qualifiche lavorative, di controllo sulla storia personale dei migranti e della fedina penale, nonché la mancanza di monitoraggi efficaci su tutto il territorio nazionale, ci espone al serio rischio di fare stanziare nel Paese pericolose cellule del terrorismo islamico.  Del resto episodi del genere si sono già verificati in passato durante gli ultimi attentati terroristici in Francia ed in altri Paesi, quando si scoprì che diversi terroristi erano giunti in Europa mescolandosi ai migranti e addirittura qualcuno aveva ripetuto il viaggio più volte. Va ricordato che tutti i migranti clandestini prima di sbarcare in Italia, su consiglio degli scafisti, buttano i propri documenti a mare per non essere identificati.  Non bisogna abbassare la guardia perché la recrudescenza di nuovi attentati terroristici è sempre in agguato e  gli ultimi attentati di Nizza, Parigi, Londra hanno dimostrato la debolezza e vulnerabilità degli Stati europei, che per superficialità ed incompetenza hanno lasciato entrare terroristi, nemici giurati, nel proprio territorio. I fatti hanno dimostrato che una politica priva di controlli efficaci ai confini, unita al buonismo e all’accoglienza incondizionata mette in serio pericolo la sicurezza degli Stati e dei singoli cittadini ed espone il fianco di intere città al terrorismo islamico. Né si può parlare di integrazione perché i recenti eventi di cronaca francese hanno dimostrato che le profonde differenze culturali e religiose non permettono l’integrazione neppure a musulmani di terza generazione. Bisogna ricordare che la migrazione nei paesi più civili e seri è sempre stata rigorosamente controllata per garantire sia reali possibilità occupazionali agli stessi migranti sia per tutelare l’ordine e la sicurezza nazionale. Noi siamo stati un popolo di migranti, ma i nostri nonni non potevano partire per la democratica America se prima non avevano  visti che ne attestavano la serietà e soprattutto che non appartenevano al partito comunista, ma ancora oggi non è facile migrare in America le procedure sono molte, bisogna tra l’altro precisare che tipo di lavoro si intende svolgere e quali competenze si hanno, vi sono tasse  da pagare e non è detto che la richiesta venga accolta. Ma le norme sulla migrazione sono oggi molto severe in diverse nazioni come l’Australia, qui vi è il regime di detenzione obbligatoria più duro di tutto il mondo occidentale. L’Australian Border Force sostiene che la detenzione in una struttura per migranti non vuole punire i non cittadini illegali, ma è uno strumento per gestire i programmi migratori dell’Australia. Da questi centri di detenzione si esce solo se si ha avuto il visto o per essere espulsi. La gestione delle frontiere esterne da parte della UE in questi anni ha posto in luce molte carenze nelle politiche di controllo e di gestione della migrazione irregolare, criticità emerse chiaramente a partire dal 2015 che hanno dimostrato la mancanza di unità politica e di intenti nella gestione del problema. Gli attacchi terroristici prima e l’epidemia di Covid 19 poi hanno mostrato la fragilità della UE per la mancanza di una seria protezione delle frontiere esterne e hanno fatto capire ai più che la difesa dei confini esterni non è un fatto della singola nazione, spesso criticata dalle stesse istituzioni europee per misure ritenute inadatte, ma un problema che riguarda tutta l’Unione che al suo interno non ha frontiere. Poiché l’Italia è geograficamente il ponte sul Mediterraneo, che unisce Africa ed Europa è necessario che la UE supporti adeguatamente il nostro Paese nella gestione del complesso fenomeno migratorio e non lo consideri solo un problema italiano: se l’Italia è sicura e protetta anche il resto della UE lo sarà.

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