Il Bari non bello vince sul rettilineo finale con un guizzo di Scavone. Si attende, ormai, la matematica

Sport & Motori

Di

Situazioni equidistanti, oggi, al “Luigi Razza” di Vibo Valentia, due mondi completamente opposti si sfidavano in una singolar tenzone, uno per la serie B che, salvo clamorose situazioni, non dovrebbe sfuggirgli, l’altro per una più che probabile retrocessione amara e forse inaspettata, o comunque, per la ricerca dannata di un posto nei playout.

Accelerare il processo della matematica promozione, acquisire più punti possibili, questo l’intento del Bari oggi in casa dell’ultima in classifica dove, vivaddio, la squadra di Mignani era chiamata ad una vittoria d’obbligo anche se, ormai, il calcio ha sentenziato da decenni che gare facili non esistono più. Cinquant’anni fa il Bari vinceva a Genzano per 9-0, oggi questi risultati non esistono più. E così è stato anche se, come sempre, ha sofferto più del previsto anche a causa della solita, puntuale, “partita della vita” messa in atto, stavolta, dai calabresi di Vibo Valentia dopo quelli di Catanzaro. Strano che la dirigenza locale non abbia organizzato la “giornata” dei colori locali. Almeno questa ce la siamo risparmiata. Inoltre c’era il rischio che i biancorossi potessero prendere sotto gamba l’impegno, cosa che, spesso, è capitato non solo quest’anno ma in generale da sempre con risultati drammatici (tanto per non scomodare gli almanacchi, Virtus Francavilla, con tredici giocatori fuori uso, docet) e, forse, così è stato anche oggi ma, fortunatamente, con il risultato a loro favore.

Ancora con mezza squadra fuori uso, Mignani è comunque riuscito a mandare in campo una formazione tipo con il ritorno di capitan Di Cesare al posto di Guigliotti, di Botta e di Paponi al posto di Cheddira.

Un brutto primo tempo, davvero inguardabile del Bari che non è riuscito ad imbastire una sola azione degna di nota, anzi, nei primi venti minuti si è fatto schiacciare dalla Vibonese che dalla distanza ci ha provato con due tiri pericolosissimi entrambi deviati da Polverino. Poi pian piano il Bari ha riacceso il radar provando a riprendersi la gara ma non c’è riuscito girovagando senza precisione nel campo. Si pensi che l’unico tiro vero la porta è stato di D’Errico al 43′, un tiro senza tante pretese terminato al lato, poi solo tanta confusione ed imprecisioni, tanti i palloni gettati a campanile da entrambe le squadre che non sono riuscite a costruire pressoché nulla.

Il Bari non cambia nel secondo tempo e allora è Mignani a cambiare: dentro Cheddira e Mallamo al posto di Paponi e di un D’Errico svogliato ed irritante.

Si è muove meglio la squadra, più veloce e più convinta ma l’impressione è quella che comunque le difficoltà persistono. Si fa male Botta al suo posto entra Misuraca. Ma è ancora Curiale ad avere un’opportunità per far gol ma Polverino para con difficoltà.

Il primo tiro nello specchio della porta per il Bari è di Maita che piega le mani del portiere vibonese, poi il Bari comincia a prendere campo, a far gioco anche se con poca convinzione.

E proprio sul rettilineo della gara Scavone, appena entrato al posto di Maiello, trova il guizzo vincente dopo un tiro sporco di Simeri, anch’egli entrato al posto di Antenucci, una chiara firma di una squadra che gioca anche male ma alla fine prende i tre punti. Mossa decisiva, ancora una volta, quella di Mignani che anche stavolta ha avuto ragione.

Simeri, a fine gara, spreca clamorosamente il raddoppio e questo non va bene assolutamente. Poi la partita finisce qui con la vittoria del Bari.

Ha vinto la maggiore esperienza, la qualità, la grande squadra che, magari, si fa ipnotizzare dall’ultima in classifica ma riesce a svegliarsi in tempo per mettere il punto esclamativo sulla gara che lo voleva favoritissimo.

Diciamo, con onestà, per il gioco intravisto oggi, che la Vibonese non meritava la sconfitta, ma non perché ha abbia giocato meglio del Bari, ma proprio perché le squadre si sono praticamente equivalse nella rinuncia al gioco, ed è proprio per questo che i meriti del Bari sono prevalsi.

Una gara giocata alla pari praticamente dalla Vibonese che, escluso l’ultimo quarto d’ora, ha tenuto testa alla squadra di Mignani rendendosi anche più pericolosa del Bari in almeno tre occasioni sventate da Polverino a cui ha riposto il solo Maita col primo ed unico tiro in porta deviato dal portiere calabrese. Un po’ troppo poco decisamente, ma certa gare, in C, sono così. Ti capita la squadra ultima in classifica che si impegna al 200% in quella che è la gara della loro vita e le difficoltà appaiono nitide, ma alla fine la qualità viene sempre fuori ed il Bari ne ha da vendere. Con l’unico guizzo serio infatti ha vinto la partita.

Forse si è materializzato quello che si voleva scongiurare, ovvero un calo mentale perché quando si gioca con l’ultima in classifica queste energie mentali vengono meno.

Una gara complicata e vincerla in questa maniera ha decisamente più gusto che vincerla con un risultato roboante, certe vittorie sono figlie della qualità e, lasciatecelo dire, anche delle scelte vincenti di Mignani che, tranne in rare occasioni, le ha azzeccate tutte da inizio torneo.

Possiamo dire che è fatta a cinque turni dalla fine e con undici punti di distanza dalla seconda (il Catanzaro nell’eventualità che raggiunga il Bari perderebbe il confronto per aver perso entrambe le gare, e per questo ai calabresi ne occorre un altro in più)? Va bene, non lo diciamo ancora, aspettiamo la matematica.

Massimo Longo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube