Quadrante: completato il ritiro russo da Kiev e Chernhiv

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Mariupol resta assediata ma non è ancora stata catturata dalle truppe russe. Secondo gli osservatori “Mosca ha assolutamente perso l’iniziativa”

AGI – Le forze russe si sono completamente ritirate dalle aree intorno a Kiev e Chernihiv per “riconsolidarsi e riorganizzarsi in Bielorussia e in Russia”, ha riferito alla Cnn un alto funzionario del Pentagono, sottolineando che i russi non hanno ancora preso il controllo di Mariupol, pur avendola circondata. Stando a funzionari occidentali, citati dalla Bbc, Mosca ha “assolutamente perso l’iniziativa” nelle sue operazioni militari e sarebbe in procinto di ridefinire il significato stesso di “successo”.

Non è ancora avvenuto l’atteso ridispiegamento di massa delle forze russe in Ucraina orientale e per questo si stima che una massiccia offensiva russa sul Donbass non avvenga prima di almeno una settimana. Da alcuni giorni le forze russe sono impegnate in una manovra “a tenaglia” che punta a colpire da due direzioni la difesa ucraina nel Donbass, dove si organizza l’evacuazione dei civili prima che la situazione peggiori.

Est

Continua l’offensiva russa verso Izyum, città sul fiume Donetsk nella provincia di Kharkov: viene segnalato in particolare lo spostamento delle forze dalla capitale Kiev e da Sumy, che si trovano rispettivamente a 600 chilometri a ovest e a 300 a nord di Izyum, che a sua volta dista circa 200 chilometri da Lugansk. Il successivo obiettivo, in una strategia di accerchiamento “a tenaglia”, sono le città di Sloviansk e Barvinkove, nella stessa area. Secondo l’istituto americano per lo studio della guerra (Isw) le operazioni verso Sloviansk continuano ma su piccola scala e con progressi limitati mentre secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, la Russia ha preso di mira le posizioni dell’esercito ucraino e le infrastrutture civili a Borivske, Novoluhanske, Solodke, Marinka e Zolota Nyva. Oggi è stata bombardata anche la città di Sievierodonetsk, dove secondo il governatore regionale sono in fiamme 10 edifici. Intanto, un deposito di petrolio nei pressi di Dnipro, città industriale da 1 milione di abitanti a Nord di Zaporizhzhia nell’Est dell’Ucraina, è stato bombardato e distrutto la notte scorsa dalle forze armate russe.
“Gli invasori – secondo il bollettino dello Stato maggiore ucraino – stanno infliggendo danni da fuoco alle strutture di difesa, alle infrastrutture logistiche e alle aree residenziali delle città”.

Sud

Continua con pesanti combattimenti e attacchi aerei anche l’offensiva contro la strategica città portuale di Mariupol, sul Mare di Azov, dove i circa 160 mila residenti che non hanno lasciato la città sono ormai allo stremo. Secondo l’intelligence militare britannica, “le truppe russe hanno impedito l’accesso degli aiuti umanitari, probabilmente per esercitare pressione sugli occupati e indurli alla resa”.
Lo Stato maggiore dell’esercito ucraino osserva che i russi stanno cercando di migliorare la situazione tattica nella direzione di Pivdennyi Bug, il fiume in direzione della Moldavia. I militari ucraini non escludono l’uso del territorio dell’autoproclamata Repubblica Moldava di Transnistria per sostenere le operazioni offensive. Il campo d’aviazione di Tiraspol viene attrezzato per ricevere gli aerei militari russi, sostiene Kiev.

Nord

Secondo il capo dell’amministrazione militare di Hostomel, nell’area della capitale Kiev, sono oltre 400 i civili di cui si sono perse le tracce nei 35 giorni di occupazione. I russi hanno rinunciato all’attacco a Kiev per “ridispiegare alcune delle forze di combattimento ritirate dalla Bielorussia in Russia”, secondo l’ISW. Tutte le truppe che si trovavano a ovest della capitale, secondo il ministero della Difesa francese, hanno ripiegato in Bielorussia. Anche la seconda città dell’Ucraina, Kharkiv, è stata intensamente bombardata durante la notte.

Ovest

Da ieri sera e durante la notte, ci sono state esplosioni nella cittadina di Radekhiv, a 70 chilometri da Leopoli, che per la sua lontananza dal fronte e la vicinanza con la frontiera polacca è diventata dall’inizio del conflitto la destinazione del personale diplomatico in fuga da Kiev oltre che la base di molti giornalisti giunti da tutto il mondo in Ucraina per i loro reportage di guerra.

 

 

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