Morning Bell: sui mercati suona la campana dell’inflazione

Economia & Finanza

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L’allerta arriva dalla portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, secondo la quale a marzo i dati sull’inflazione Usa dovrebbero essere “straordinariamente alti”, soprattutto a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime, legati alla guerra in Ucraina.

© Stefani Reynolds / AFP

– La sede della federal Reserve

AGI – Inizia male per i mercati la settimana corta, prima della Pasqua, e anche oggi la giornata si prospetta in salita, in attesa dei dati sull’inflazione Usa, che a marzo dovrebbe salire al nuovo massimo da 40 anni. In Asia sui listini pesano la chiusura in rosso di Wall Street e il lockdown a Shanghai dove, dopo due settimane di rigide chiusure, i contagi non diminuiscono e montano le proteste dei residenti, che fanno fatica a reperire i beni di prima necessità.

In calo i future a Wall Street, dove ieri il Nasdaq ha perso oltre il 2%, trainato giù dal rendimento del 10 anni Usa, impennatosi al top da tre anni, in attesa dei dati sull’inflazione Usa. Il T-bone decennale avanza al 2,780% dopo aver toccato un top dal gennaio 2019 del 2,793%.

Nella parte più bassa della curva, la più sensibile agli aumenti dei tassi d’intesse, il rendimento del titolo a 2 anni, è salito al 2,58%. Sono attesi gli interventi di diversi membri della Fed, tra cui Lael Brainard e Thomas Barkin. Ieri il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans ieri ha detto che non sarebbe contrario a rialzare i tassi di interesse a stelle e strisce fino al 2,5% entro la fine dell’anno, il che significherebbe aumentare i tassi di 50 punti base nelle prossime due riunioni della Federal Reserve.

I mercati comunque già prezzano 3 rialzi di mezzo punto percentuale nelle prossime riunioni e fanno fatica a digerire l’annunciata riduzione del bilancio Fed, che dovrebbe salire fino al sostenuto ritmo di 95 miliardi di dollari al mese. I future sull’EuroStoxx 50 sono in calo di oltre mezzo punto percentuale, dopo aver chiuso ieri in negativo, a eccezione di Parigi, salita dello 0,12%, dopo la vittoria del presidente uscente Emmanuel Macron al primo turno delle elezioni presidenziali. I sondaggi prevedono comunque un ballottaggio molto serrato.

Prosegue intanto, in attesa della riunione della Bce di mercoledì, la corsa al rialzo dei rendimenti dell’Eurozona, con il Btp italiano al 2,4%, il Bund allo 0,8% e l’Oat francese all’1,3%.  In Asia risale il prezzo del petrolio, con Wti e il Brent che guadagnano quasi il 2%, rispettivamente sopra 96 e sopra 100 dollari al barile.

Il greggio Wti è ai minimi da oltre tre settimane, appesantito dal protrarsi del lockdown in Cina, che pesa sulla domanda mondiale, mentre in Europa i ministri degli Esteri, riuniti in Lussemburgo, hanno accantonato per ora l’embargo sul petrolio e sul gas russo. “I prezzi sono in calo perché il mercato teme una recessione” commentano gli analisti. “Si parla sempre più di una recessione il prossimo anno – osserva Bjarne Schieldrop, analista di Seb – con le banche centrali che sembrerebbero preferire una lieve una recessione all’inflazione galoppante”.

Sempre forte il biglietto verde, al top dal giugno 2015 sullo yen e sopra 1,08 sull’euro. C’è grande attesa per i dati sull’inflazione Usa, che a marzo dovrebbe surriscaldarsi, passando dal 7,9% all’8,4%. L’allerta arriva dalla portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, secondo la quale a marzo i dati sull’inflazione Usa dovrebbero essere “straordinariamente alti”, soprattutto a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime, legati alla guerra in Ucraina.

A Praga riunione dei ministri degli Esteri di Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Slovenia, dopo che ieri il cancelliere austriaco Nehammer ha incontrato Putin, a cui ha chiesto lo stop delle ostilità in Ucraina. “Non è stato un incontro amichevole” ha commentato Nehammer, il quale in un colloquio “molto duro e franco”, durato 75 minuti, ha ribadito a Putin che “le sanzioni europee resteranno e saranno eventualmente inasprite” e che sui crimini di guerra commessi a Bucha e in altre città, c’è la “necessità di un’inchiesta internazionale”.

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