Discovery+ lancia le giovani “Drag Queen”, oltrepassato il limite?

La piattaforma web-televisiva ha annunciato con orgoglio l’intenzione di presentare storie di giovani che, sin da tenera età, si avvicinano agli ambienti LGBT

Arte, Cultura & Società

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L’opinione pubblica è stata recentemente sorpresa dall’annuncio della nuova serie in arrivo su Discovery+ (piattaforma di streaming internazionale del gruppo Warner Bros) che sembra voler promuovere una narrativa altamente controversa: quella del rapporto dei minori con l’universo LGBT. “Generation Drag“, così è intitolato il programma, pare essere destinato a sollevare non poche sopracciglia tra coloro che si preoccupano per il benessere e lo sviluppo dei propri figli.

Spianata la strada verso destinazioni inesplorate

Lo spettacolo, che metterà sullo schermo cinque “adolescenti” e i loro parenti stretti mentre allestiscono show rivolti a coetanei LGBT, punta al target dei ragazzi in crescita che, secondo la descrizione, stanno esplorando tendenze sessuali e “di genere” al di fuori delle consuetudini tradizionali.

Intrigante? Forse nel generare domande sulla direzione che sta prendendo la nostra società.
Con linguaggio incisivo, Discovery+ ha dichiarato che questa serie offrirà uno “sguardo intimo” sulle vite delle famiglie coinvolte “mentre sostengono coraggiosamente i loro figli che stanno esplorando le proprie vere identità”. Ma cosa succede quando l’intrattenimento viene utilizzato come mezzo per diffondere messaggi su tematiche che coinvolgono minori in questioni complesse e cariche di contrasti?

Il trailer, ora diffuso su vari social media, mostra giovani vestiti in abiti provocanti, indossando trucchi pesanti e calzature che sfidano ogni logica in termini di età appropriata. Non vogliamo certo cadere nella trappola di demonizzare il desiderio di espressione individuale, ma dobbiamo sicuramente aprire un occhio collettivo di fronte a quello che sembra essere un passo eccessivamente prematuro e, forse, in una direzione ignota.

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Giovani vittime di progetti ideologici (e commerciali)?

Non possiamo fare a meno di notare un parallelismo col dibattito che ha investito questa serie e quella di “Cuties“, in onda su Netflix, che con il suo approccio altrettanto discutibile alla sessualizzazione dei ragazzi, ci ha ricordato che la linea tra il progresso sociale e la tutela del benessere dei nostri figli è sottile.

Siamo giustamente preoccupati per la crescente enfasi sull’erotizzazione dei minori e l’apertura all’idea di interventi chirurgici “di genere” (“riassegnazione” del sesso) su adolescenti spesso vulnerabili e impressionabili. Questi argomenti sono estremamente complessi e non dovrebbero essere trattati in modo superficiale o sensazionalistico.
È nostro dovere, anzi, interrogarci su come la società stia guidando questa conversazione e su cosa questo possa significare per il futuro delle nuove generazioni. Mentre ci battiamo per l’inclusività e il rispetto, dobbiamo anche assicurarci che le metodologie scelte non finiscano per confondere e manipolare i meno adulti, esponendoli a riflessioni per cui potrebbero non essere pronti.

L’obiettivo dovrebbe sempre essere la protezione e la crescita sana dei nostri piccoli, evitando di gettarli in un mondo di complessità troppo presto. La strada che sta prendendo l’intrattenimento, quindi, solleva interrogativi critici su come stiamo gestendo queste delicate materie e su quali messaggi stiamo realmente inviando agli uomini e alle donne di domani.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Letizia Cantaloni del 02 maggio 2022), sito di Washington Examiner (Restoring America), sito di Lascimmiapensa.com (portale italiano d’informazione indipendente su cinema e intrattenimento), sito di Discovery+, Discovery Plus e Netflix (canali YouTube).

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

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