Storia dell’uomo “perbene” cha ha sterminato la famiglia

Lombardia

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Alessandro Maja, 57 anni, architetto con studio sui Navigli a Milano, ha ucciso la moglie Stefania Pivetta, parrucchiera, e la figlia Giulia, di 16 anni, per poi ferire il fratello Nicolò di 23.

© Manuela D’Alessandro
– La villetta dove è avvenuta la strage familiare a Samarate nel Varesotto

AGI – Una strage familiare non annunciata. Così appare dalla prime testimonianze quanto accaduto a Samarate, 16mila abitanti vicino a Varese, dove Alessandro Maja, 57 anni, geometra con studio sui Navigli a Milano, ha ucciso la moglie Stefania Pivetta, parrucchiera, e la figlia Giulia, di 16 anni, ferendo il fratello Nicolò di 23.

Come vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali non avevo avuto nessuna segnalazione su questa famiglia che mi dicono fosse tranquilla – spiega all’AGI Nicoletta Alampi, accorsa davanti alla villetta di via Torino dove la famiglia risiedeva dal 1999 -. Non era una famiglia particolarmente conosciuta. I figli, due bravi ragazzi: lei studentessa brillante, lui col sogno di diventare pilota”.

La signora Rosangela, vicina di casa, appare provata: “Stefania per me era come una figlia, la conoscevo da più di 20 anni. Andavo a fare i capelli da lei. Mia figlia mi ripeteva: ‘Mamma, sono una famiglia invidiabile’ ma poi non si può mai sapere se nelle case entra il diavolo. Giulia, bella, bravissima a scuola e Nicolò, dopo avere studiato per diventare pilota all’Istituto Areronautico, lavorava in un bar. L’ho vista l’ultima volta prima di Pasqua perché poi le è venuto il Covid. Mia figlia le aveva mandato un messaggio sabato scorso e lei aveva risposto di essere ancora positiva al virus”.

Isabel, un’altra vicina di casa, racconta di avere sentito stamattina “le urla della vicina di casa, che poi ha chiamato i carabinieri e il 118, e quelle del ragazzo ferito che chiedeva aiuto”.

“Pensavo che Mara sapesse della morte della cugina, invece l’ho avvertita io scrivendoole un messaggio di condoglianze. Era sconvolta” racconta una ragazza al banco nella pasticceria in piazza Italia dove, fino a poco tempo fa, lavorava la cugina di Stefania Pivetta.

Li ho uccisi tutti, bastardi

“Era per terra, con le ferite che sanguinavano, col corpo metà dentro e metà fuori dalla porta di casa e diceva: ‘Li ho uccisi tutti, bastardi'”. È la scena raccontata da Manuela e Chiara, madre e figlia, le vicine di casa che hanno chiamato i soccorsi dopo che Alessandro Maja ha ammazzato la moglie Stefania e la figlia Giulia, ferendo l’altro figlio, Nicolò. “Lo ha detto con tono tranquillo, in apparenza non era agitato” aggiunge Chiara che definisce i vicini “una famiglia da ‘Mulino Bianco’, perfetta”.

Chi è l’architetto ‘perbene’ che ha sterminato la famiglia

“Milanese di nascita, cresciuto tra i caffè milanesi, maturando un’esperienza pluriennale nella progettazione degli stessi”, così si descrive Alessandro Maja in una breve biografia riportata sul sito (ora offline) dell’atelier di progettazione per locali del Food&Beverage con sede sui Navigli a Milano e da lui stesso fondato.

Un progettista “vulcanico di idee, originali e stravaganti, ma concrete e funzionali”, dice ancora di sé Maja. Numerosi i ristoranti, locali, caffé e bistrot su cui il team di giovani professionisti guidati da Maja ha lavorato nel periodo pre e post pandemico.

Nel 1999 il 57enne si era trasferito con la moglie Stefania dal capoluogo lombardo a Samarate, comune del Varesotto a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto di Malpensa. Qui avevano acquistato la villetta in via Torino 32, zona residenziale del comune, dove nella notte si e’ consumata la tragedia familiare.

“Il marito non lo conoscevo, la moglie e la figlia le vedevo in giro – ha raccontato il sindaco Enrico Puricelli – I vicini dicono di non aver mai sentito liti di famiglia e anzi sembravano una famiglia serena”.

Il corpo della moglie di 57 anni e della figlia di 16 sono stati ritrovati senza vita  nella villetta- In fin di vita, invece, l’altro figlio della vittima, di 23 anni.

I sospetti si sono subito concentrati sul marito e padre di 57 anni che è piantonato in ospedale.

Stefania Pivetta e la figlia Giulia di 16 anni sarebbero state uccise a colpi di martello.

Con lo stesso attrezzo, Alessandro Maja, architetto di 57 anni, avrebbe aggredito anche Nicolò, il figlio maggiore di 23 anni, lasciandolo in fin di vita.

È questa la prima ricostruzione della procura di Busto Arsizio e dei Carabinieri di Varese della tragedia familiare accaduta la scorsa notte nella villetta di via Torino 32 a Samarate, in provincia di Varese. Il 57enne avrebbe poi tentato il suicidio.

Sono già tre le tragedie famigliari che hanno scosso la provincia di Varese dall’inizio del 2022. Il primo drammatico episodio risale al primo gennaio quando Davide Paitoni, 40 anni, ha ucciso nella sua casa a Morazzone dove era in regime di arresti domiciliari il figlio Daniele di 7 anni e ha poi cercato il giorno successivo di ammazzare a Gazzada la moglie e madre del piccolo, da cui si stava separando.

Il teatro del secondo dramma è stato Mesenzana, comune dell’Alto lago Maggiore nel Luinese. Nella villetta di via Pezza, la mattina del 24 marzo, Andrea Rossin, 44 anni, ha accoltellato a morte i due figli Giada, 13 anni, e Alessio, 7 anni, per poi togliersi la vita con la stessa lama.

Era stata la madre a scoprire i cadaveri dei bambini quando era andata a prenderli dal padre per accompagnarli a scuola.

Il terzo episodio è quello della scorsa quando Alessandro Maja, 57 anni, ha aggredito nel sonno a colpi di martello la moglie Stefania e i figli Giulia e Nicolò, uccidendo le due donne e lasciando in fin di vita il ragazzo 23enne.

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