Niente potrà essere più come prima

Arte, Cultura & Società

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Tre uomini si ritrovano in una locanda da qualche parte sui monti. Sono uomini, belli, forti, aitanti e qualcuno avrebbe detto sciupafemmine. Si ritrovano allo stesso tavolo, tre sconosciuti. Nella locanda c’è un uomo ubriaco fradicio, da giorni. L’oste disse che era ubriaco perchè aveva perso la sua donna, il suo amore.

Ai tre uomini, sembrava impossibile che un uomo si potesse ridurre a quel modo per una donna, per amore. Un sentimento per deboli, per folli. Loro avevano sempre vissuto giocandoci con l’amore, avevano sempre avuto tutte le donne che volevano, il loro cuore non aveva mai sussultato vedendo una donna.

Due cose portano dolore, l’amore e la sua assenza. Dopo un dialogo tra di loro ognuno racconta di come aveva preso in giro questo sentimento così stupido, di come loro fossero più forti e di come lo avevano bellamente evitato. Una sorta di gara, chi lo aveva beffato in modo più clamoroso.

Finito di raccontare brindarono alla loro forza, e al loro essere uomini duri.

Niente è più programmato del caso. Tutti e tre si sentivano superiori, immuni a questo sentimento, come se fossero loro a decidere a cosa e a chi dovevano dare importanza.

Proprio in quel momento, si apre la porta della locanda. Entrano due gendarmi. Chiedono una stanza per la notte. Dopo di loro entra una donna. Una dea. Andatura sinuosa, elegante, femminile come mai una donna è stata. Si ferma la musica, si riduce tutto al silenzio, come se tutto il mondo si fosse fermato ad osservarla.

La vedono anche quei tre uomini.

Si può racchiudere una vita intera in un solo attimo.

Da quell’istante in poi furono come morti. Niente sarebbe più stato come era fino al momento precedente.

Loro che affermavano che non si sarebbero mai innamorati a quella visione furono folgorati. Una spina nel cuore, una bestia che li avrebbe mangiati. Credo una cosa. Nulla è più assordante di un cuore che parla con il suo silenzio, con il vuoto che senti quando l’assenza diventa irrinunciabile presenza. Quando vedi quella persona anche quando ti guardi allo specchio.

Quei tre uomini si innamorarono perdutamente, subito. Quella donna divenne la loro ossessione. Quella notte non dormirono pensando ai suoi occhi e ai suoi fianchi.

Seguirono la carrozza dei gendarmi, tra la foresta, nelle lagune ed attesero il momento per poterle parlare. Per decantarle il proprio amore. E lo fecero a turno. Ognuno scelse un momento diverso.

Ricevettero tutti e tre la stessa risposta.

Il mio cuore, messere, appartiene già ad un uomo.

Io sono forte, bello, aitante e sono ricco posso offrirti tutto quello che vuoi, le dissero ognuno dei tre. Ma non ci fu verso. La donna era già innamorata di un altro uomo.

I tre uomini si ritrovarono ed ognuno di essi raccontò quanto era accaduto. Sarà sicuramente un re l’uomo di cui è innamorata questa donna. Disse uno Si, disse un altro, e dev’essere bello come un odino.

Decisero di seguirla ancora e vedere chi mai fosse quest’uomo.

Arrivarono in un villaggio. La donna scese dalla carrozza ed andò nella stalla. Passò molto tempo e la donna non usciva dalla stalla.

Gli uomini andarono a controllare e quando la videro che si baciava con l’uomo che ferrava I cavalli

rimasero di sasso.

Come poteva essere quello l’uomo di cui quella donna era innamorata? Era solo un semplice fabbro del paese.

Si intromisero e glielo chiesero.

La donna rispose: perchè quando sono con lui, ho tutto quello che mi occore. Amore, passione, dolcezza e vorrei che il tempo si fermasse.

Quei tre uomini impararono amaramente che al cuore non si può imporre alcunchè.

Perché questo breve racconto?

Perché l’amore è quella cosa assurda ed impalpabile che regola l’universo.

Daniele Garavini

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