I ricercatori italiani che hanno contribuito alla foto del buco nero

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C’è un pezzo importante d’Italia nella prima foto del buco nero che si trova al centro della nostra Galassia.  I loro nomi: Ciriaco Goddi, Elisabetta Liuzzo, Nicola Marchili, Mariafelicia De Laurentis, Rocco Lico, Kazi Rygl
© INAF/Parisini – Da sinistra: Nicola Marchili, Kazi Rygl ed Elisabetta Liuzzo dell’INAF

C’è un pezzo importante d’Italia nella prima foto del buco nero che si trova al centro della nostra Galassia. Per riuscire nell’impresa è stato infatti fondamentale il contributo di ALMA, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche.

L’Italia partecipa ad ALMA attraverso l’ESO, lo European Southern Observatory, e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo ALMA presso la sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Bologna. “Questa scoperta – dichiara infatti il ministro dell’Università e della Ricerca Cristina Messa – dimostra come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti e come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi”. Inoltre, nella collaborazione Event Horizon Telescope (EHT) spiccano diversi nomi di ricercatori legati al nostro paese.

C’è Ciriaco Goddi, che negli anni è stato responsabile delle osservazioni, calibrazione, e analisi dei dati di ALMA, l’elemento più sensibile della rete di telescopi EHT. Attualmente lo scienziato è ricercatore associato all’Istituto nazionale di astrofisica, e dopo una lunga permanenza negli Usa e da poco di nuovo in Italia presso l’Università degli Studi di Cagliari.

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© INAF/ P. Soletta

Ciriaco Goddi, docente presso l’Università degli Studi di Cagliari, associato INAF e INFN

Altra protagonista italiana è Elisabetta Liuzzo, valdostana. È in forza come ricercatrice dell’Inaf, all’interno del nodo italiano dell’ALMA Regional Center europeo, per il supporto della comunità scientifica nell’utilizzo dell’interferometro ALMA. Ha partecipato in particolare al gruppo di lavoro che si occupa della calibrazione dei dati non solo EHT ma anche di tipo Very Long Baseline Interferometer (VLBI) in generale. Da marzo 2022 è guest member del Board della Collaborazione EHT, come referente degli Istituti affiliati europei della collaborazione EHT.

Importante anche il contributo di Nicola Marchili che oggi lavora come ricercatore presso l’Istituto di Radioastronomia INAF di Bologna, all’interno del nodo italiano dell’ALMA Regional Center europeo. Fa parte della collaborazione EHT dal 2019, come membro del “Time-Domain” e del “Parameter Definition” Working Group.

E ancora: c’è Mariafelicia De Laurentis, professore ordinario di Astronomia e Astrofisica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, associata all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Svolge un ruolo attivo nell’ETH: attualmente è Deputy Project Scientist e coordinatrice del Gravitational Physics Input Working Group, e fa parte dell’EHT Science Council.

Poi c’è Rocco Lico che è ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Andalucía, in Spagna, e associato all’Inaf. Nella collaborazione EHT svolge un ruolo attivo nel gruppo di lavoro “Imaging”, partecipando a tutte le fasi del processo di elaborazione delle immagini.

Infine, importante è il contributo di Kazi Rygl che oggi lavora come ricercatrice presso l’Istituto di Radioastronomia INAF di Bologna, all’interno del nodo italiano dell’ALMA Regional Center europeo, per il supporto della comunità scientifica nell’utilizzo dell’interferometro ALMA. AGI

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