Il tanto discusso grande incontro tra ricchi e potenti del mondo riparte dopo due anni, ma pandemia e guerra possono rappresentare un cambio di orizzonte?
Davos, comune svizzero di circa 11 mila abitanti, in una zona alpina della Svizzera tedesca è ormai conosciuto nel mondo intero visto che, ogni anno, ospita il noto World Economic Forum. Dopo due anni di Covi-19 e l’annullamento dell’edizione 2021, il tanto discusso evento internazionale si svolge nuovamente da oggi al prossimo giovedì.
Per i più potenti finanzieri del pianeta, alcune grandi emergenze saranno all’ordine del giorno, dalla pandemia alle economie in crisi, dalla guerra alla transizione climatica e ecologica. Uno dei temi principali è di sicuro conflitto tra Russia e in Ucraina, con i suoi nefasti effetti su una crescita che pareva finalmente assicurata, dopo le batture d’arresto degli ultimi anni, al centro di decine di incontri.
Il vertice, da cui sono stati esclusi i russi, si apre con l’intervento del presidente ucraino Zelensky in collegamento video. Spira un vento certamente diverso sull’edizione in corso; tuttavia, è ancora difficile diradare le ombre di sospetto che talora sono state gettate riguardo alle ragioni recondite che animano i convenuti.
Sussiste però ora la speranza di un cambio di paradigma, ovvero qualcosa di migliore per un futuro diverso, non solo fatto quindi di cura degli interessi economici.