USA: le mosse e contromosse di Biden sulla questione delle armi

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Joe Biden (ritratto nell’immagine da Igor Belansky) invita il Congresso a limitare l’accesso alle armi da fuoco, dopo le forti proteste innescate da una serie di omicidi di massa. Il presidente degli Stati Uniti sta portando il controllo delle armi ad essere un tema cardinale nel dibattito politico in vista delle elezioni di metà mandato di novembre. Riuscirá ad invertire la rotta su questo storico problema che attanaglia il Paese? Si giocherà certamente una intricata partita di mosse parlamentari e contromosse politiche.

Quasi una supplica per Biden.

La platea è rimasta colpita. “Basta”: Joe Biden ha supplicato durante un discorso ufficiale alla Casa Bianca,  lo scorso 2 giugno, dopo una serie di massacri. Il Presidente degli Stati Uniti si è appellato sia al pubblico che ai membri eletti del Congresso, esortandoli ad agire finalmente sul controllo delle armi.

L’intervento di Biden arriva sulla scia della morte di 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare di Uvalde, in Texas, e di un massacro razzista a Buffalo, New York, dieci giorni prima, in cui sono morte dieci persone. Mercoledì scorso, a Tulsa (Oklahoma), un uomo ha inoltre ucciso quattro persone in un ospedale. L’assassino era arrabbiato con il suo medico per non avergli alleviato abbastanza il dolore alla schiena con un’operazione efficace.

Il Presidente si è pronunciato su un tema che pare davvero stargli a cuore, mentre un gruppo di nove senatori di entrambi gli schieramenti sta lavorando a misure minime, che non sono nemmeno sicure di ottenere un sufficiente sostegno parlamentare. Joe Biden ha apertamente dichiarato di sostenere le iniziative al riguardo attualmente in esame.

Le iniziative parlamentari in corso.

La prima, denominata “bandiera rossa”, consentirebbe il sequestro temporaneo, su ordine del tribunale, delle armi appartenenti a una persona ritenuta psicolabile e pericolosa. L’altra proposta incrementerebbe i controlli di base per ogni potenziale acquirente di armi.  Senza riduzione di diritti a nessuno, avrebbe assicurato Joe Biden ai repubblicani. Questi ultimi, in larghissima maggioranza, si arrocano sul secondo emendamento della Costituzione e rifiutano qualsiasi riduzione della libertà di acquistare e portare armi, di qualsiasi natura esse siano. Alla loro attenzione, il presidente americano ha fatto presente anche la necessaria tutela della salute mentale, per non dare l’impressione di essere concentrato solo sulle armi da togliere dal mercato. Ma questa potrebbe essere soltanto una tattica istituzionale, insufficiente al raggiungimento dello scopo.

La leva dell’indignazione popolare. 

In alternativa, Biden non bada a spese, da buon politico navigato, a toccare nel profondo la sensibilità del proprio elettorato. Come per i diritti all’aborto, minacciati da un’imminente decisione della Corte Suprema, la Casa Bianca sta facendo del controllo delle armi un tema cardinale nel dibattito politico in vista delle elezioni di medio termine di novembre. Sembra che, grazie alla questione dei diritti civili, possa nuovamente mobilitare la pancia della base democratica, ultimamente poco motivata, anche a causa dei problemi economici dovuti ad un’inflazione senza precedenti da quarant’anni a questa parte. Biden punta sull’indignazione popolare che suscitano temi come armi o aborto, intuendo una possibile ritrosia da parte del Congresso. L’11 giugno è comunque prevista una giornata di sensibilizzazione per il controllo degli armamenti in tutto il Paese, con una grande manifestazione a Washington.

 

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