Nina Giunta dal simbolismo pop al Fumetto

Arte, Cultura & Società

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Antonina Giunta, superando le concezioni mitico-religiose degli anni 80, sposta nella sfera elevata, elementi catturati dal mondo della pubblicità, della televisione, del fumetto, ad un’atmosfera patinata e accattivante e spesso ironica, per poi “ricrearli” attraverso un processo di ricerca della conoscenza universale. Il colore dunque, a tratti innaturale, segue la regola implicita di colori seriali, dove la duplicazione dà ordine all’alterità tra forma e sostanza. I soggetti sono espressione di orizzonti ermeneutici e dialettici complessi sottolineando l’efficacia delle immagini quotidiane attraverso la semantica delle nuances accese.
I colori primari protagonisti della scena: giallo, azzurro e rosso vivo e aggressivo, affermano una viva e persuasiva cromia per il loro effetto psico-sociale. La passione per la figura umana si coniuga con la voglia di esattezza del dato, ma anche con la suggestione e come sommatoria di frammenti che si presentano in un’alchemica costruzione e trasmutazione, dove l’immagine viene ricomposta con una tecnica a bande in pochi e unitari temi cromatici.

La predilezione per una struttura figurativa pensata come modulo ritmato, si perde tra le pieghe del suo stile pop nel fluire del tempo in continuo, del moto perpetuo e nella presenza di un universo di immagini non precostituite. La Giunta approda al fumetto come avvenne nella pop art americana, principale punto di raccordo tra arte e fumetto. L’artista Roy Lichtenstein unì per la prima volta l’arte pittorica al disegno commerciale, trasformando il fumetto, in forma d’arte durante la sua personale del 1962 a New York. Questa contaminazione ufficiale del linguaggio artistico con stili attinti dalla cultura popolare, deferisce il racconto in forma d’arte. 

Negli stessi anni Andy Warhol realizzava quadri con immagini di comics e successivamente molti altri artisti hanno utilizzato nelle loro opere elementi tratti da questo universo iconografico. Nel fumetto patinato di Nina Giunta i personaggi sono attinti dalle tavole di alcuni dei più grandi illustratori contemporanei, spesso contornati da scene forti e sensuali, presentano evidenti influssi pop e surreali di grande valenza iconica che li rende irresistibili e ipercolorati. Importante il ruolo dell’anatomia molto dettagliata che scompone la figura umana in forme geometriche, sintetizzando i corpi in modo geometrico e tridimensionale.

Un’ottima conoscenza delle proporzioni e misure mostra la tecnica del corpo umano diviso in 8 parti uguali, che corrispondono alla misura che va dal cranio al mento. Tale suddivisione ideale quale strumento del disegno fu esperita nel Rinascimento. La cornice si fa strumento figurativo grazie al quale traspaiono emozioni; i colori brillanti e le scene vivide e vibranti di energia mostrano anche influenze dell’underground americano.

In questo travestimento della realtà in sogno, la Giunta inserisce la sua originale creatività e inventiva, senza filtri né illusioni, perché il suo compito ci appare quello di inventare uno strumento per comprendere la realtà, proprio dopo averla evasa. Nei suoi fumetti i bordi possono essere impiegati come parte di linguaggio non verbale, nei contorni retti l’azione si svolge nel presente, i cambiamenti temporali sono indicati con una sofisticazione della cornice, dimostrando la sua capacità di controllarne il potenziale espressivo.

Disegnatrice e pittrice di fumetti che posano a un ritmo posato, ma al contempo inquieto e spietato, le sue creazioni geniali,  possono rivendicare tramite la figurazione ricercata, una grande dignità artistica. Narrazione grafica e racconto visivo si fondono nell’arte di Nina Giunta, fondata sulla forza dell’intuizione, sulla perizia tecnica fortemente espressiva, pronta a dileguarsi a favore degli effetti immaginifici, dai quali traspare sia l’orgoglio di una matrice accademica che la rivendicazione di una personale e matura liberazione da essa, nell’esplicita dicotomia tematica e figurativa.

D. ssa Melinda Miceli critico d’arte 

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