Mosca e Berlino: inquietanti retroscena

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La fermezza dimostrata dalla Germania con la sospensione del gasdotto Nord Stream 2 sta iniziando a svanire? Quali gli effetti soprattutto se un accordo di pace sull’Ucraina dovesse includere anche la revoca delle sanzioni e il pieno ritorno delle forniture di gas e petrolio? Sono in gioco i futuri assetti continentali.

EUobserver.com, una testata giornalistica online che si occupa principalmente di politica legata all’Unione europea, rivela che la Germania continua alla grande ad importare gas dalla Russia.

Una filiale di BASF SE (Badische Anilin- und Soda-Fabrik European Company),la più grande azienda chimica del mondo, ha importato solo 14 miliardi di euro di gas dalla Russia a marzo, “realizzando un profitto di 400 milioni di euro dalla sua partnership con Gazprom, sebbene avesse promesso di sospendere i suoi affari con la Russia”. Infatti, Foreign Policy, un’autorevole rivista statunitense dedicata alle relazioni Internazionali, commenta che “la fermezza della Germania nei confronti della Russia e della difesa sta già svanendo”, fatto dal lato stampa rumeno confermato anche da https://www.ziuanews.ro , poi ripreso dall’agenzia Romanian Global News .

Sono notizie che incutono perplessità nelle opinioni pubbliche dei Paesi est-europei, incoraggiate da rapporti storicamente contrastati sia con Mosca che con Berlino. Qualsiasi ipotesi del genere minerà sicuramente la solidarietà e la fiducia rimaste nell’UE. Gli Stati dell’Europa dell’Est vedranno un’Ue guidata da Francia e Germania meno come una comunità di valori e piuttosto come un assetto economico tenuto insieme da interessi finanziari

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