Macron cerca soluzioni; Melenchon attacca

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Il presidente francese, senza maggioranza assoluta in Parlamento, apre le consultazioni all’Eliseo

di Luigi Conte

© LUDOVIC MARIN / POOL / AFP

AGI – Giornata convulsa per la politica francese con Emmanuel Macron che cerca di uscire dall’impasse in cui si trova da domenica sera a causa della pesante sconfitta alle elezioni legislative. Il presidente francese ha ricevuto all’Eliseo i leader dei partiti nel tentativo di trovare “soluzioni costruttive”, cioè dare una maggioranza parlamentare al Paese.

Il primo colloquio è stato con il presidente dei Republicains, Christian Jacob, il quale ha poi riferito ai giornalisti di aver confermato al capo dello Stato che il partito non è in “una logica di coalizione”, in altre parole non è disposto a venire in aiuto a Macron.

Il segretario del Partito Socialista francese, Olivier Faure, ha invece detto all’iniquilino dell’Eliseo che “siamo disposti ad andare avanti” se il governo prendesse misure sul potere di acquisto, in particolare con un aumento dello Smic (salario minimo). Ad ogni modo, ha aggiunto Faure, Macron è sembrato consapevole “di non essere più il super presidente” che era stato nel primo quinquennato.

Francois Bayrou, presidente del partito Modem che è alleato di Macron, ha spiegato ai giornalisti di aver detto al capo dello Stato che “il Paese ha dato un messaggio molto forte, se non violento” in queste elezioni “e nessuno può ignorarlo”.

E per uscire dalla crisi politica che si è creata, “dobbiamo avvicinarci il più possibile all’unione nazionale”, ha aggiunto Bayrou.

“Con il presidente Macron abbiamo parlato dei problemi dei francesi e gli ho detto che alcuni temi vanno affrontati con urgenza, come quello riguardante il potere di acquisto, ma ho anche evidenziato la mia forte preoccupazione per una immigrazione fuori controllo e ho chiesto il referendum di inziativa cittadina e la proporzionale”, ha detto ai giornalisti la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen. Osservando che il Rassemblemnt National è il primo gruppo di opposizione all’Assemblea Nazionale, Le Pen ha sottolineato che “è legittima la nostra richiesta di avere la presidenza della commissione Finanze e anche quella di avere un vice presidente”.

La prima ministra Elisabeth Borne “non ha alcuna legittimità” e deve sottoporsi al voto di fiducia dei deputati, ha osservato da parte sua il leader della Nupes, Jean-Luc Melenchon, unico fra i big a non essere andato all’Eliseo.

Nelle stesse ore proprio Borne ha rassegnato le dimissioni, ma Macron le ha respinte.

La premier, ha annunciato la portavoce del governo Olivia Gregoire, riceverà la settimana prossima i presidenti dei gruppi della nuova Assemblea Nazionale e “sta preparando i prossimi giorni con il governo, in particolare i decreti previsti”.

Sempre in queste ore sono state annunciate le prime candidature alla presidenza dell’Assemblea Nazionale: quella di Eric Woerth, ex Republicain passato con Macron, quella di Joel Giraud, ex ministro della Coesione territoriale nel governo di Jean Castex, e quella di Annie Genevard, eletta deputata con i Republicains.

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