Il patto era stato presentato dal Ministro Luigi Di Maio nel luglio dello scorso anno, aveva poi seguito un iter di valutazioni all’interno del Governo e, il 5 maggio 2022, è giunto alla fase finale di approvazione in Aula – dopo una discussione apparentemente ridondante, visto che il contratto tra le parti era già stato sottoscritto il 21 giugno 2021 e l’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) aveva già stabilito la sua sede nell’area del Science Park di Trieste -.
Trattasi di “un’intesa di ferro“, che riguarda i rapporti tra il Governo italiano e l’ICGEB – nonché le attività del centro e altre questioni connesse – con un dettagliato resoconto dell’accordo e delle specifiche dell’affare che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 giugno scorso, a partire dalla prima pagina.
I punti salienti del trattato che ha siglato il Governo
Le informazioni puntuali illustrate consentono di comprendere sia la portata dell’impegno preso sia il suo impatto sul territorio nazionale e sul centro di ricerca.
Tra i focus point del trattato si evidenzia quanto segue:
- Il Governo italiano si è impegnato a versare annualmente 10 milioni di euro per sostenere le attività dell’ICGEB;
- L’ICGEB potrà operare con valute in euro o differenti, avendo conti sia in Italia che all’estero, e sarà esente da regolamentazioni riguardanti i cambi o le tassazioni;
- La sede dell’ICGEB a Trieste, compresi gli archivi e i materiali, sarà inviolabile ed inalienabile;
- Il Governo si impegna a garantire il funzionamento regolare delle utenze presso la sede del centro;
- L’ICGEB è esente da imposte, dazi e restrizioni per importazioni o esportazioni;
- Gli ufficiali del centro godono di immunità rispetto allo Stato italiano e avranno una carta d’identità speciale in virtù di tale status diplomatico;
- L’immunità e i privilegi concessi all’ICGEB sono finalizzati a preservare l’indipendenza delle attività del centro e a prevenire interferenze da parte del Governo italiano.
Nonostante l’importanza strategico-sanitaria dell’accordo, è interessante notare che i media sembrano aver trattato l’argomento con scarso interesse. Le informazioni sull’intesa sono state reperibili principalmente sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito dell’ICGEB, mentre non si trovano tracce significative nei principali canali televisivi o giornali nazionali – dettaglio curioso da notare -.
Chi è l’ICGEB e perché un trattamento così da parte del Governo italiano?
L’ICGEB è un’organizzazione nata nell’ambito del progetto United Nations Industrial Development Organization (UNIDO) del 1983. Fondata con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo industriale e la riduzione della povertà, l’ICGEB è diventata operativa nel 1987 e, successivamente, un ente autonomo nel 1994. È, per sua stessa ammissione, un organo sostenitore dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Indipendente e sovranazionale, possiede laboratori di biotecnologia in Italia, India e Sud Africa. Le sue attività di ricerca spaziano dalla diagnostica alla virologia, dall’ingegneria genetica a quella agricola, dal cancro ai vaccini, fino ai biocarburanti. Il centro è coinvolto anche nella lotta alla pandemia da Co.Vi.D./19, collaborando con diverse organizzazioni per sviluppare soluzioni sanitarie e monitorare la diffusione del virus.
La stretta collaborazione dell’ICGEB con enti come la Bill & Melinda Gates Foundation e il New England Biolabs (NEB) è documentata, se non altro per il vanto di aver portato risultati significativi nel campo della ricerca biomedica globale. Quanto all’interesse dello Stato italiano, risale all’agosto del 2009 un articolo apparso su Nature in cui si sbandierava come l’Italia fosse leader nel supportare il settore biotecnologico applicato all’agricoltura nei Paesi africani. L’accordo appena sottoscritto con il Governo nostrano, quindi, sembra voler rimarcare ulteriormente sia il ruolo cruciale dell’ICGEB nella ricerca biotech e genetica a livello internazionale, sia la disponibilità totale dell’Italia a cooperare in ogni modo possibile. Con l’immunità concessa dai nostri politici – e col sostegno finanziario di ben noti “filantropi” – l’ICGEB sembra dunque destinato a svolgere un ruolo chiave nell’innovazione scientifica e tecnologica nel settore biotecnologico.
Tuttavia, in un contesto di crescente attenzione sulle implicazioni etiche e sociali della biomedicina avanzata, sarebbe invece importante mantenere un dialogo aperto e trasparente sull’operato di organizzazioni come l’ICGEB e assicurarsi che gli sviluppi scientifici siano sempre accompagnati da una rigorosa valutazione degli impatti a lungo termine per le popolazioni.
Fonti online:
Visione TV (testata giornalistica nazionale; articolo di Martina Giuntoli del 21 giugno 2022), Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, sito dell’ICGEB, Nature, ICGEB (canale YouTube).
Antonio Quarta
Redazione Il Corriere Nazionale