I testi su ius scholae e cannabis spaccano la maggioranza

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Matteo Salvini avverte le altre forze che sostengono l’esecutivo, dal Pd ai 5 stelle fino a Italia viva. Al suo fianco si schiera Fratelli d’Italia. La richiesta è che vengano tolti dal calendario dei lavori dell’Aula i due temi ‘caldi’, difesi e sostenuti da Pd e centrosinistra.

di Serenella Ronda

AGI – La tenuta della maggioranza e del governo sono a rischio. Vengano subito tolti dal calendario dei lavori dell’Aula della Camera i testi sullo ius scholae e sulla cannabis. Matteo Salvini avverte le altre forze che sostengono l’esecutivo, dal Pd ai 5 stelle fino a Italia viva. Al suo fianco si schiera Fratelli d’Italia, che avanza la medesima richiesta, già messa ufficialmente sul tavolo della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, senza tuttavia sortire effetti.

E infatti, rispettando l’ordine del giorno della seduta dell’Assemblea, dopo il via libera definitivo al secondo decreto sull’attuazione del Pnrr, in Aula si svolge prima la discussione generale sulla proposta di legge che mira a consentire la coltivazione in casa di un massimo di 4 piantine di cannabis e a seguire la discussione generale sul testo che modifica le norme sulla cittadinanza, riconoscendola ai minori immigrati che hanno compiuto un ciclo scolastico di almeno 5 anni. Due provvedimenti contro cui si sono battuti sin dall’inizio sia Lega che FdI.

Il centrodestra, tuttavia, sul testo dello ius scholae non appare compatto come un monolite: Forza Italia, infatti, ha mantenuto una linea più ‘morbida’ e dialogante, votando a favore dell’adozione del testo base, anche se poi in commissione, al momento di licenziare il provvedimento, ha votato contro. Ma senza mai innalzare barricate. Al contrario di Lega e FdI, pronti alla battaglia.

A difesa dei due testi, in particolare di quello sulla cittadinanza, si schiera compatto il centrosinistra, capitanato dal Pd, il cui segretario sin dal giorno della sua elezione alla guida del partito ha inserito la legge sulla cittadinanza tra i punti prioritari dell’azione dem. Ma nonostante la determinazione a portare avanti l’esame del provvedimento, i tempi per il primo via libera potrebbero non essere brevissimi.

È infatti vero che la discussione generale sullo ius scholae (come sulla cannabis) è stata avviata e che l’esame è inserito tra gli argomenti del mese di luglio, ma è altrettanto vero che il calendario dei lavori dell’Aula di Montecitorio da qui allo stop per le ferie estive consente pochi margini d’azione: ci sono infatti almeno due decreti da licenziare (il dl Aiuti e il dl semplificazioni fiscali) e poi altri provvedimenti, a cominciare dal ddl concorrenza.

Dunque, l’esame dello ius scholae potrebbe riprendere a settembre, dopo la pausa estiva, con i tempi contingentati.

Si tratta di un’ipotesi, che per il momento dem e pentastellati preferiscono non contemplare, puntando al primo ok entro i primi di agosto.

Ma la tensione interna alla maggioranza, esplosa oggi, è destinata ad aumentare ulteriormente

Lo lascia intendere senza giri di parole il capogruppo leghista Riccardo Molinari, dopo un vertice a Montecitorio a cui partecipa lo stesso Salvini: “La sinistra mina alle basi quelli che sono stati i presupposti dell’ingresso della Lega in un governo di unità nazionale”, premette. Quindi aggiunge: “Cosi’ non si puo’ andare avanti”.

Meno tranchant gli azzurri, che però in Capigruppo si sono associati alla richiesta di togliere dal tavolo “temi divisivi” come lo ius scholae e la cannabis. E il presidente dei deputati FI, Paolo Barelli, incalza: “No a forzature”, arrivando a mettere in guardia sul rischio “di compromettere la tenuta di una maggioranza cosi’ eterogenea”.

Che però il partito di Silvio Berlusconi non sia nettamente contrario alla legge lo conferma il coordinatore nazionale Antonio Tajani, che tuttavia spiega le condizioni necessarie per ottenere il si’ degli azzurri: “Forza Italia è favorevole al principio dello ius scholae ma chiediamo che ci siano regole chiare per concedere la cittadinanza italiana a chi non è italiano. Quindi serve, perché ci sia il nostro sostegno, un corso completo di formazione. Quindi cinque anni più tre di scuola con certificazione oppure una qualificazione professionale di primo livello certificata”.

Salvini, invece, non lascia intravedere alcuna possibilità che si apra uno spiraglio, e lancia un chiaro avvertimento: “Incredibile, vergognoso e irrispettoso per gli italiani. In un momento di crisi drammatica come questo, la sinistra mette in difficoltà maggioranza e governo insistendo su cittadinanza agli immigrati e cannabis anziche’ occuparsi di lavoro, tasse e stipendi”.

Non è certo da meno Giorgia Meloni, che parla di “offesa agli italiani alle prese con una crisi economica senza precedenti”. Per la leader di FdI si tratta di “due provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra Pd-Cinquestelle ormai lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini”.

Alle accuse del centrodestra il Pd replica difendendo il testo sulla cittadinanza e bollando come “vergognosa” la posizione leghista, dice la responsabile diritti Monica Cirinnà.

Stucchevole e becero benaltrismo della Lega e del centrodestra che si compattano contro i diritti dei giovani cittadini italiani su ius scholae e cannabis legale per ritrovare una finta unità dopo la sconfitta alle amministrative 2022″, incalza Stefano Vaccari, responsabile Organizzazione del Pd. Anche M5s fa quadrato a sostegno del provvedimento, cosi’ come Italia viva e Leu.

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