Grano ucraino: la politica dei due forni di Ankara

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Ultime notizie dalla telenovela dell’ex granaio d’Europa. Il ministero degli Esteri ucraino ha convocato l’ambasciatore turco a Kiev. Protesta contro l’azione di Ankara, che ha consentito alla nave russa trattenuta con grano ucraino di partire dal porto turco. Tutto alla faccia dei paesi minacciati dalla fame.

“Ci dispiace che la nave russa Žibek Zholy, che era piena di grano ucraino rubato, sia stata autorizzata a lasciare il porto di Karasu, nonostante le prove di attività illecita presentate alle autorità turche”, ha detto su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleh Nikolenko . Secondo lo stesso, l’ambasciatore turco ha ricevuto un invito al ministero degli Esteri per spiegare questa “situazione inaccettabile”.

Kiev ha proclamato la scorsa settimana che i funzionari doganali turchi hanno trattenuto la nave battente bandiera russa Žibek Žoly (trascritta in inglese Zhibek Zholy) dopo che l’Ucraina ha esplicitamente richiesto loro di farlo. La nave sta trasportando 7.000 tonnellate di grano ucraino dal porto di Berdyansk, occupato dalle truppe russe. Tuttavia, le autorità turche hanno rilasciato la nave mercoledì sera e oggi, secondo loro, ha già navigato nelle acque territoriali russe, riferisce l’Afp.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyi, ha recentemente accusato la Russia di aver rubato il cibo immagazzinato, dicendo che ha sequestrato mezzo milione di tonnellate di grano e sta cercando di venderlo. Secondo l’ambasciatore ucraino ad Ankara, Vasyl Bodnar, diversi paesi, tra cui la Turchia, hanno acquistato grano dalle parti occupate dell’Ucraina.

La Turchia è membro della NATO ed è considerata un alleato dell’Ucraina, che fornisce droni da combattimento. Tuttavia, cerca di mantenere un atteggiamento neutrale nei confronti della Russia, da cui dipende per le forniture di gas. Visto l’iniziale cenno alla questione del grano, verrebbe naturale dire che Ankara sta in maniera spregiudicata attuando una “politica dei due forni”. Intanto il rischio in molti paesi di una crisi alimentare si fa più consistente.

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