San Sabino sarà a Kiev l’11 luglio perché si festeggia San Benedetto!

Arte, Cultura & Società

Di

Dario Patruno

Come preannunciato in un precedente articolo (cfr. https://www.corrierepl.it/2022/06/28/finche-ce-guerra-ce-speranza-falso-san-benedetto-illuminileuropa/, https://www.corrierenazionale.net/ finche-ce-guerra-ce-speranza-falso-san-benedetto-illumini-leuropa/) una delegazione europea di 150 persone sarà a Kiev per testimoniare che un’altra Europa esiste e lotta, il progetto Mean va avanti.

Ma cosa c’entra San Sabino?, i Santi tutti vengono chiamati a raccolta per dare ragioni alla pace. Chi nella propria vita ha costruito ponti, dialogo, ha mirato a superare incomprensioni tra la nascente Chiesa d’Oriente e la Chiesa di Roma, un vescovo venuto da Canosa di Puglia diventa testimonial di pace che va perseguita sempre. Siamo noi canosini che dobbiamo diventare gli influencer, i follower. Vivere 105 anni e non sprecarne uno è testimonianza che Cristo è instancabile cercatore di pace e si serve di uomini coraggiosi e pazienti di un vir Dei. L’invito a leggere Sabino il primo Santo pugliese, testo scritto a sei mani, fatica corale di Felice Bacco, parroco della Cattedrale di Canosa, Pasquale Ieva e Sandro Sardella è un atto di amore a una città, a una comunità civile e religiosa che ha scritto la storia dove l’umano e il divino si fondono in una ricerca della verità che lascia spazio anche al Mistero sui resti del santo, aumentandone il fascino.

Si pensi all’amicizia tra Sabino, Benedetto da Norcia e Germano da Capua di cui parla papa Gregorio Magno già nel VII secolo. Ma non voglio dilungarmi e invito i lettori ad acquistare e leggere il testo della casa editrice Rotas di Barletta. Non conosco questa realtà editoriale ma iniziative imprenditoriali del genere vanno incoraggiate e valorizzate.

Sabino fu vescovo molto attivo e concreto della sua città dal 514, partecipò nel 525 e nel 536 a Costantinopoli a due Concili. In particolare nel 536 contibuì a contrastare l’eresia monifisita.  Il 1 agosto 1966 Gerardo Chiancone titolava “Il primo santo pugliese” e questo rimane e ha ispirato il titolo.

Don Felice Bacco ha definito in una intervista al TG3 in maniera provocatoria  Sabino un santo sfortunato perché questa condizione riguarda noi se non lo conosciamo. Ma soprattuttto seguire l’esempio, è il monito e la sfida da raccogliere, diventare santi nella misura in cui non solo diffondiamo il culto ma soprattutto in un periodo di conflittualità accesa, rendere fruibile il messaggio di dialogo e coraggioso dinamismo che lo porta a muoversi in Italia e all’estero senza paura, in nome di una fede solida che non ha nemici in persone ma in idee sbagliate che gli uomini propugnano. Quindi il dono della profezia che appartiene ad ogni cristiano è la consegna che Sabino consegna e non va sprecata.

Nella lunga vita di Sabino dal 460 al 566 vi sono episodi misteriosi, inquietanti e profetici, dove riuscì a turbare Totila che offrì personalmente la coppa di vino al Canosino, gesto inusuale per un re perché veniva porta da un servo. Esclamò “Viva questa mano”. “…sebbene si sentisse scoperto, tuttavia aveva provato in quell’uomo di Dio ciò che cercava.” ( cfr.p.109)

Altro episodio. Una tavoletta medievale (collezione della Galleria Nazionale dell’Umbria) raffigura l’episodio del tentativo di avvelenamento del Vescovo Sabino da parte del suo Arcidiacono acceso dalla cupidigia dell’episcopato. Mentre la vita di quel venerabile uomo veniva protratta verso una lunga vecchiaia, come esempio di vita da seguire, il suo Arcidiacono Vindemio , acceso dall’ambizione di ottenere l’episcopato, meditò di ucciderlo con il veleno.
Fatto il segno della Croce, il Vescovo bevve senza timore il veleno. Il suo Arcidiacono morì nello stesso momento in un altro luogo dove si trovava, come se quel veleno fosse passato, attraverso la bocca del Vescovo, nelle viscere dell’Arcidiacono. “Io berrò il veleno, ma egli non sarà vescovo”.

La malvagità uccide più del veleno, questo monito vale più di ogni parola.

A questo punto mi sento di dire che da ogni angolo del mondo si leva la preghiera per una pace duratura che cammina sulle gambe degli uomini e il Papa Francesco pellegrino, non escludendo a fine agosto un viaggio a Kiev, dimostra che la pace è volontà di uomini che entrano in dialogo.

Basilio il Grande ha insegnato che l’uomo è un essere di natura sociale.

E allora diamo vita a questa socialità troppo spesso soffocata e sacrificata agli egoismi che uccidono e fanno morire spiritualmente prima che fisicamente, perché uccide più la parola che la spada!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube