Grandi manovre al centro: Calenda, Renzi, Toti, forse Di Maio e poi una miriade i corpuscoli, riconducibili più alle personali volontà dei leader che a vere e proprie linee politiche. Ritratto da Igor Belansky nell’immagine di anteprima, un corrucciato, forse trasfigurato, Silvio Berlusconi assiste quasi impotente, schiacciato dal peso del tempo, ma anche di estenuanti vicende giudiziarie. Alla sua mai sopita voglia di tornare protagonista quanti sono ancora pronti a dare credito?
Secondo tutta la stampa nazionale, vecchio leone, Berlusconi si è scagliato furioso con Toti e Gelmini, nel grande giorno dell’assise della formazione politica guidata dal governatore della Liguria. Ma intanto ci sono decine di partiti centristi in lizza, con possibilità di intesa reciproca quasi remote, aldilà di affermazioni di facciate. Ognuno pensa per sé, sperando che sia il modo di conseguire il maggiore dividendo elettorale a discapito dei concorrenti.
Il quattro volte ex presidente del Consiglio dei ministri, l’ex Cavaliere è rabbioso con alcuni dei suoi ex e anche con alcuni degli attuali esponenti azzurri al governo, ma non li nomina mai, perché si permettono di confabulare, senza chiedergli il permesso, con gli esponenti di altre componenti centriste. A prevenire eventuali cambi di casacca da parte di costoro, intima “Il centro è Forza Italia, il centro sono io”, dimenticandosi di valere soltanto il 10% circa dei voti secondo i recenti sondaggi. Il 30%, o giù di lì, dei tempi migliori è soltanto un lontano ricordo.