Il Bari ne fa 22 al Roccavivara. Test poco probante ma indicativo

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Lascerà pure il tempo che trova, fatto sta che, pensatela come volete, 22 gol non sappiamo quando, e se, li rivedremo mai più nella storia del Bari relativamente ai ritiri, si intende. Eppure ne abbiamo visti tanti, ma mai abbiamo assistito ad una vittoria così larga. Certo, gli avversari erano quel che erano, però con le gambe arrugginite, senza uno straccio di schema assimilato, se si va a segno per ben 22 volte e se si sbagliano almeno dieci occasioni da gol (anche un rigore), vuol dire che di qualità nella rosa ce n’è, eccome. E si, perché a fare la differenza è stata la qualità, troppo il gap tra le due compagini, con il Roccavivara che ha fatto quel che ha potuto, giocando praticamente per 89 minuti entro la propria metà campo ed uno solo abbozzando improbabili ripartenze mettendo timidamente il muso nella trequarti barese perdendo puntualmente il pallone, anzi, ad essere obiettivi, i molisani hanno stazionato per 89 minuti entro la propria area di rigore a tentare di arginare i colpi biancorossi, ed il Bari che ha giganteggiato senza alcuno ostacolo. E anche con i subentrati nel secondo tempo i biancorossi non si sono fermati, cosa che in genere capita nel secondo tempo quando si tende a tirare i remi in barca giocherellando.

Si, lo ripetiamo, l’avversario era ben poca cosa, ma Antenucci & C, hanno dimostrato di avere ancora tanta qualità tra i piedi e nella testa, a dimostrazione di una certa continuità rispetto allo scorso campionato. Certo, questo test non era assolutamente probante, la serie B è ben altra cosa, occorre attendare altre gare per farsi un’idea migliore. E comunque, i nuovi arrivati, Bosisio, Benedetti e Vicari avevano una marcia in meno rispetto ai nuovi, tranne Dorval che ha giganteggiato sulla fascia sinistra da dove sono state generate le giocate più pericolose tra lui, Botta e Cheddira.

Una gara giocata in famiglia con il fratello ed il cugino di Mirco Antenucci tra gli avversari ed il padre come presidente del Roccavivara, con foto di rito, abbracci ed emozioni.

Le uniche novità, nella formazione iniziale sono state Dorval e Vicari, poi gli tessi dello scorso campionato.

Si diceva che non c’è stata partita, e si fa pure fatica, ed imbarazzo, nel descrivere reti, minuti e quant’altro. Diciamo che uno dei più bei segnali è stato il pubblico barese che, insieme a quello molisano, non ha fatto mancare l’incitamento, un bel segnale davvero se vogliamo perché fino adesso di tifosi del Bari nei più recenti ritiri si erano visti col contagocce, un segno di location azzeccata, di affetto, di amore e di fedeltà verso una squadra che è all’alba della nuova stagione.

Agli avversari volenterosi che facevo quasi tenerezza, col povero allenatore che non sapeva che pesci pigliare con le sostituzioni, con qualche giocatore di loro con evidenti “pancette” ancora da smaltire, rimarrà ben impressa questa storica partita che li ha visti avversari contro una delle squadre più blasonate d’Italia.

Sursum corda, insomma.

Nel frattempo entro dopodomani arriverà Mallamo, lo stesso dicasi per Cangiano, mentre Rossetti è in procinto di sbarcare a Rimini.

Massimo Longo

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