Salva o devasta Stati?

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Il Meccanismo europeo di stabilità è un’istituzione europea frutto di un accordo intergovernativo tra i Paesi che hanno adottato l’euro, nata per prestare assistenza agli Stati della UE in difficoltà finanziaria e regolata dal diritto pubblico internazionale, con sede in Lussemburgo. Il trattato intergovernativo che ha istituito il “meccanismo” è stato firmato dai Paesi della UE il due febbraio del 2012.  Il MES è guidato da un “Consiglio dei Governatori” composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area euro. Questo organismo eroga prestiti ai Paesi che hanno problemi a finanziarsi sui mercati finanziari, a tassi favorevoli.  Possiede un capitale versato da tutti i Paesi dell’Eurozona e si finanzia emettendo debiti sul mercato. In passato ha erogato prestiti con programmi di assistenza a favore della Grecia, della Spagna, dell’Irlanda e di Cipro. Dopo la drammatica situazione greca si è pensato nel 2017 di rivedere il trattato istitutivo.  Il MES entrò in vigore il 2012 , fu approvato dal governo Berlusconi e ratificato dal Parlamento con Monti. Questo fondo Salva –Stati dispone di una capacità di prestito di 500 miliardi di euro. L’Italia ha sottoscritto il capitale del MES per 125,3 miliardi, versandone oltre 14. I diritti di voto dei membri del consiglio sono proporzionali al capitale sottoscritto dai rispettivi Paesi. Germania, Francia ed Italia hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono quindi porre il loro veto anche sulle decisioni prese in condizione d’urgenza. Il pericolo del MES sono le condizioni che accompagnano l’eventuale prestito fornito ai Paesi in difficoltà, il caso Grecia insegna, qui la cosiddetta ristrutturazione del debito portò a conseguenze sociali ed economiche gravissime ed il governo nazionale fu privato di ogni potere e messo sotto controllo della Commissione Europea, della BCE e della Fmi( la cosiddetta troika), anche se questi tre organismi non fanno parte del MES. L’UE insieme al Fondo Monetario Internazionale concesse alla Grecia un prestito di 45 miliardi di Euro per timore che la situazione greca si potesse ripercuotere sugli altri mercati della zona euro; tale prestito fu concesso a seguito dell’approvazione da parte del governo ellenico di un piano economico volto a ridurre il proprio debito pubblico mediante notevoli tagli alla spesa pubblica. I creditori (Fmi, Unione Europea e Bce) nel 2012 pretesero come condizione per sbloccare il pacchetto di aiuti internazionali l’attuazione da parte del governo di ulteriori misure strutturali e di austerità tra le quali la pretesa di ridurre del 22 per cento i salari minimi, che nei fatti significava affamare una buona parte del popolo greco mettendolo sotto strozzo. Va ricordato che la Grecia divenne il decimo Stato membro della Comunità Europea nel 1981 dopo il rovesciamento del regime militare a metà degli anni settanta e che, come rivelò il primo ministro Giorgos Papandreou nell’autunno del 2009 all’indomani delle elezioni, per entrare in Europa vide falsare i bilanci economici da parte dei precedenti governi. A causa delle misure rigoriste volute dalla UE i greci  si sono visti privati dei loro risparmi,  gli stipendi sono crollati, anche la possibilità di curarsi è venuta meno e sono morti oltre mille bambini e molti adulti per la mancanza di farmaci e cure adeguate, gli ospedali hanno chiuso e molti hanno perso la casa.  Dopo la drammatica esperienza greca si è posto il problema se uscire dal MES o riformarlo. Ha vinto la seconda opzione. Mentre i partiti europeisti, Pd, Azione e Italia Viva hanno sempre sostenuto il MES e sperato di usarne i fondi durante il covid, il centro destra ed il Movimento 5 stelle sono stati sempre contrari.L’attuale premier Meloni quando era all’opposizione dichiarò che il suo partito si sarebbe opposto  al MES in toto per evitare cappi intorno al collo da parte di Bruxelles, respingendo ogni tentativo di riforma di un trattato che va contro gli interessi italiani. Secondo la premier l’Europa è diventata a trazione franco-tedesca e porta avanti , nei fatti, gli interessi di queste due nazioni delle quali l’euro è stato un gigantesco affare, mentre ha danneggiato l’economia italiana. Ad oggi l’Italia, per volontà del governo, non ha ancora ratificato la riforma del MES e perciò è molto criticata ed attaccata dall’opposizione. Se il premier non firmerà resterà in vigore la vecchia stesura, più problematica a detta dei più. Ma non tutto il centro destra è ostile alla nuova riforma infatti Giorgetti, della Lega, ritiene che non si debba inasprire l’animo degli altri Paesi europei. Secondo alcuni la Meloni vorrebbe usare la ratifica del MES come arma negoziale in sede europea per la riforma del Patto di Stabilità. Intanto la Corte Costituzionale tedesca ha bloccato tutto e ad oggi Italia e Germania sono i soli stati europei a non aver ratificato la modifica del MES. Il ministro Giorgetti propone di attendere le decisioni della Corte costituzionale tedesca per poi decidere di conseguenza.

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