I collegi in bilico: ecco dove sono gli ‘Ohio’ italiani

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Il centrodestra è visto in vantaggio nel 70 per cento dei collegi che eleggeranno un parlamentare con il sistema maggioritario.

©  Mimmo Chianura / AGF
– Il transatlantico di Montecitorio
AGI – Secondo il segretario del Pd sono circa 90, mentre per il centrodestra molti meno. Stiamo parlando dei collegi uninominali in bilico per le prossime elezioni, dai quali – stando a quanto asseriscono gli esperti – potrebbe dipendere l’esito delle Politiche del 25 settembre.

Che, ricordiamolo, sono 74 al Senato e 147 alla Camera.

Ciò significa che, secondo i sondaggi che circolano e le conseguenti stime di seggi, l’ambizione massima del centrosinistra (nella formazione che vede il Pd alleato con un’ampia coalizione che va da Renzi a Fratoianni ed esclude M5s) sarebbe quella di impattare, impedendo soprattutto al Senato una maggioranza agevole per il centrodestra.

La “non vittoria” che nel 2013 la coalizione guidata da Silvio Berlusconi inflisse al centrosinistra di Pierluigi Bersani o la vittoria risicatissima di Romano Prodi nel 2006 grazie alla rimonta, sempre di Berlusconi, negli ultimi giorni. Due imprese che il segretario dell’Enrico Letta dovrà paradossalmente prendere come modello se vorrà cogliere l’obiettivo prefissato.

Vediamo nel dettaglio quali sono, secondo esperti e sondaggisti, gli “Ohio” d’Italia i collegi “swinging” in cui il risultato sarebbe meno scontato.

Tornando alle stime del Cattaneo e partendo dalla Camera, va detto che il taglio dei parlamentari ha determinato un allargamento dei confini dei collegi, che in più di un caso hanno accorpato territori politicamente eterogenei.

In questo rimescolamento, il Cattaneo vede attenuarsi la forza della cosiddetta “cintura rossa” per il centrosinistra e dunque aumentare i collegi “contendibili” anche in territori una volta considerati blindati per i progressisti.

Il caso della Toscana

In questo senso, è quello che colpisce di più l’occhio: esclusi i collegi di Firenze e Livorno, in tutto il resto del territorio regionale la partita è considerata aperta.

Ma anche la parte alta dell’Emilia, vale a dire il collegio di Piacenza, è ritenuto assolutamente “ballerino”.

Così come sono “ballerine” le città di Genova (che un tempo non si sarebbe fatto fatica ad attribuire alla sinistra), Milano e Trieste, oltre a Trento e Bolzano, dove persiste il fattore Svp.

Andando più a Sud, anche i collegi umbri sembrano contendibili, e contendibile è quasi tutta Roma salvo il centro, saldamente in mano al centrosinistra.

Stesso discorso di Roma per Napoli, mentre incerta viene considerata la situazione nei collegi di Matera e Potenza e, in Calabria, di Cosenza. Pendente verso il centrodestra la Sicilia, mentre tutto aperto in Sardegna.

Ne deriva, in chiave Senato, dove i collegi in alcuni casi sono grandi quasi come una regione, che i territori contendibili, in soldoni, sarebbero:

la parte orientale della Liguria,

la parte meridionale della Toscana,

le Marche,

i collegi della Basilicata,

della Calabria settentrionale e della Sardegna.

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