La corsa di Europa e Asia per accaparrarsi il gas liquefatto

Economia & Finanza

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Giappone e Corea del Sud stanno cercando di assicurarsi le forniture per i mesi invernali. Il Vecchio Continente fa i conti con la riduzione del flusso dal gasdotto Nord Stream 1.

di Ivana Pisciotta

© Alessandro Serrano’ / AGF
– Gasdotto

 

AGI – Il Giappone e la Corea del Sud, il secondo e il terzo importatore mondiale di gas naturale liquefatto, stanno cercando di assicurarsi le forniture per i mesi invernali e per quelli successivi, nel timore di restare a secco a causa dell’aumento della domanda europea. Lo evidenzia il Financial Times.

L’Europa cerca di sostituire il gas naturale fornito dalla Russia e la domanda corre in misura così robusta che i prezzi del gas naturale in Europa sono già aumentati di quasi cinque volte rispetto a un anno fa, causando le inevitabili ripercussioni sulle tasche dei consumatori.

“Stiamo assistendo a una sorta di corsa per assicurarsi i carichi di GNL fino alla fine di quest’anno e fino al 2023”, ha dichiarato l’amministratore delegato di una società di gas con sede in Asia, aggiungendo che la mossa è stata anticipata rispetto alle previsioni.

Gli analisti hanno infatti rilevato “un’attività piuttosto ampia” da parte di compagnie giapponesi e sudcoreane per i cosiddetti acquisti a striscia di GNL sui mesi di novembre, dicembre e gennaio”, come ha spiegato Toby Copson, responsabile globale del trading e della consulenza di Trident LNG.

Un contratto strip consiste nell’acquisto o nella vendita di contratti in mesi sequenziali: in questo modo vengono bloccati i prezzi per l’intero periodo. Giappone e Corea del Sud “hanno un problema di sicurezza energetica.

Sono sinceramente preoccupati di ciò che accadrà a breve, medio e lungo termine”, ha aggiunto l’analista. L’Asia è stata finora la destinazione privilegiata per il GNL, con Cina, Giappone e Corea del Sud che sono i tre maggiori importatori mondiali.

Il prezzo di riferimento in Asia ha spesso superato quello europeo. Ma al TTF, l’hub di Amsterdam, il prezzo di riferimento del gas è ora notevolmente più alto della sua controparte asiatica a causa della crescente domanda europea.

Il Vecchio Continente è intimorito dal fatto che dalla fine di luglio, il flusso di gas russo dal principale gasdotto europeo Nord Stream 1 è sceso al 20% della sua capacità e si temono quindi altri tagli. E ha quindi aumentato la sua richiesta di gas, con l’effetto di un aumento dei prezzi.

A sua volta, la conseguenza è che è diventato più appetibile per le società di trading vendere Gnl in Europa. Per questo motivo, il Vecchio Continente e l’Asia sono ora in competizione per ottenere il GNL dagli Stati Uniti. Secondo l’Eia, nei primi quattro mesi di quest’anno il Paese ha esportato il 74% del suo GNL in Europa, rispetto alla media annuale del 34% dello scorso anno.

L’Asia era stata la destinazione principale nel 2020 e nel 2021. “Con l’avvicinarsi dell’inverno, paesi come il Giappone e la Corea del Sud avranno bisogno di ricostruire lo stoccaggio”, ha sintetizzato Samantha Dart, responsabile della ricerca sul gas naturale di Goldman Sachs.

“Se a questo si aggiunge che l’attività economica della Cina inizia a riprendersi in modo più evidente, si prevede che ci troveremo di fronte ad un cambiamento significativo nell’equilibrio del mercato del GNL. Se il gas sarà meno disponibile, l’Europa dovrà prendere in considerazione di ridurre i suoi consumi, e quindi di abbattere la domanda interna”.

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