Provincia di Cosenza sotto assedio fin dalle prime luci dell’alba

Calabria

Di

di Mariachiara Monaco

Provincia di Cosenza sotto assedio fin dalle prime luci dell’alba.

La città dei bruzi in particolare, è stata svegliata dai numerosi elicotteri impegnati a sorvolare più aree del territorio.

Infatti poco dopo le 4 del mattino, la  Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, in collaborazione con i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, alle Squadre Mobili delle Questure di Cosenza e Catanzaro,  e ai  finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, e lo SCICO di Roma, hanno eseguito ben 202 misure cautelari nei confronti di persone ritenute appartenenti o vicine alle cosche di ‘ndrangheta operanti in tutta la provincia.

Le indagini, avviate nel 2017, hanno man mano preso forma anche grazie ad intercettazioni telefoniche, ambientali, e soprattutto grazie alla collaborazione di circa trenta testimoni di giustizia.

Il sistema riguarda una struttura ad incastro di “confederazioni”, cosche quindi vicine sia negli affari che nella spartizione di potere.

Secondo la magistratura, la confederazione, formata dalle famiglie Patitucci-Porcaro-Presta, ha collaborato attivamente con il famoso clan degli zingari, riconducibile alla pericolosa famiglia Abbruzzese.

Il gip che ha firmato l’ordinanza è il dott. Alfredo Ferraro, mentre l’inchiesta è stata seguita dettagliatamente dai PM Corrado Cubelotti e Vito Valerio.

Diverse sono le accuse, dall’associazione di stampo mafioso, al traffico illegale di stupefacenti, autoriciclaggio, e numerosi delitti compiuti che non hanno ancora un responsabile.

Senza mettere in ombra anche la  gestione di alcune attività commerciali (fra cui quella di noleggio abusivo di sdraio ai familiari dei malati ricoverati presso l’ospedale civile di Cosenza).

Gli uomini di spicco delle varie ‘ndrine si sarebbero pure inseriti nel settore dei giochi e delle scommesse “gaming” .

Nel blitz sono stati colpiti clan particolarmente attivi nello spaccio illegale di stupefacenti, parliamo della famiglie Abbruzzese, Di puppo, Lanzino e Patitucci.

Si tratta di una circonferenza criminale che si allarga sempre di più, fino alla valle dell’Esaro, con numerose misure cautelari nei confronti di cognomi “pesanti”, come ad esempio i Presta di Roggiano Gravina, anche loro professionisti nel campo della droga.

Oltre all’esecuzione delle misure restrittive gli investigatori hanno notificato provvedimenti di sequestro preventivo d’urgenza di beni mobili, immobili e rapporti finanziari per un valore complessivo di 72 milioni di euro. I sigilli giudiziari sono stati apposti a 78 fabbricati, 44 terreni, 1 yacht, 1 natante, 70 autoveicoli, 7 motoveicoli, 20 ditte individuali e ulteriori 57 quote di partecipazione relative a 74 soggetti giuridici attivi nei settori edile, e della ristorazione.

Nell’inchiesta risultano anche i nomi di Marcello Manna, primo cittadino di Rende e presidente Anci (accusato di voto di scambio politico-mafioso), Pino Munno, assessore ai lavori pubblici, e Francesco De Cicco, assessore presso il comune di Cosenza.

Si tratta di un’operazione investigativa molto simile nei numeri, a quella “Vibonese”, conosciuta come Rinascita Scott.

Non abbandoniamo assolutamente il procuratore Gratteri, e soprattutto non voltiamoci dall’altra parte.

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