Chi insegna ad insegnare?

Scuola, Formazione & Università

Di

Nel nostro Paese l’inserimento nel mondo del lavoro non è mai stato facile per svariati e oggettivi problemi, però una volta conquistato l’agognato posto, per alcune categorie in particolare, si aprono situazioni nuove e difficili legate allo svolgimento quotidiano di quel lavoro a causa della mancanza di esperienza. Il problema è però a monte perché il nostro sistema formativo fa molta teoria mentre  è deficiente di pratica; tutto ciò implica delle ricadute negative sullo svolgimento del lavoro stesso. Il mondo della scuola è un esempio tipico di questa situazione. Il docente non di ruolo, ma anche quello neoimmesso in ruolo, non solo ha poca dimestichezza a confrontarsi con le classi, poca o nessuna esperienza delle dinamiche scolastiche, ma per di più non ha una metodologia di insegnamento che è fondamentale nel processo di insegnamento-apprendimento. Spesso il nuovo insegnante cerca di ricordare il modus operandi di un suo vecchio docente col quale aveva instaurato un rapporto più empatico e cerca di applicarlo secondo il radicato principio dell’imitazione; d’altra parte l’autoreferenzialità, così diffusa nel mondo scuola, unita al timore di apparire incompetente e di fare brutta figura impedisce di chiedere aiuto ad un collega con più anni di esperienza. Qualcuno potrebbe obiettare che i docenti neoimmessi durante il così detto anno di prova hanno un tutor della stessa disciplina che lo segue e che seguono il famoso corso di formazione durante il quale si alternano ore in presenza, tenute da dirigenti e docenti su tematiche varie come il codice di comportamento, la legislazione scolastica, ed  ore online. Ma purtroppo manca l’esperienza diretta dell’insegnare e dell’applicare le giuste e varie metodologie didattiche attinenti alla specifica disciplina, anche il docente tutor della stessa materia non è mai presente per guidare nel concreto operare, dal momento che in contemporanea ha le sue classi, così pochissimi e sporadici sono gli incontri con il nuovo docente;  non solo, spesso la superficialità di alcuni dirigenti assegna al tutor e al nuovo insegnante delle classi che si trovano in plessi diversi quindi, nei fatti, è molto difficile anche avere un confronto diretto. Il problema è poi molto grave anche per quei docenti non di ruolo che hanno incarichi annuali o supplenze brevi; questi nei fatti, per il ministero, vivono per quanto attiene alla formazione sulle metodologie didattiche e all’esperienza laboratoriale in una sorta di limbo. Alcune persone si ritrovano a mettere piede  nella scuola,  per la prima volta come docenti, dopo anni che ne sono usciti da alunni e pur non avendo alcuna esperienza e non essendo abilitati all’insegnamento, per degli strani meccanismi, che solo un dirigente poco attento ai bisogni formativi degli alunni  può scegliere, vengono assegnati alle classi mentre l’insegnante di ruolo e con diversi anni di esperienza viene privato della possibilità di insegnare e declassato sul così detto potenziamento che nei fatti si traduce in ore di sostituzione. Quindi bisogna capire che dietro le scarse competenze e la scarsa preparazione di molti alunni non sempre la responsabilità è dei docenti stessi, ma in molti casi tutto dipende dalle scelte di chi decide a livello formativo e dai dirigenti che non scelgono in modo oculato l’assegnazione dei docenti alle classi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube