Meloni “Non disturbare chi vuole lavorare e produrre ricchezza”.

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Dopo la vittoria elettorale la leader di Fratelli d’Italia parla dal palco di Coldiretti in difesa del Made in Italy e dell’interesse nazionale

di Manuela D’Alessandro e Andrea Siravo

AGI – Difesa degli interessi nazionali, libertà alle imprese, soluzioni per la crisi energetica. Per la sua prima uscita pubblica – tra la vittoria e il quasi certo incarico alla guida del governo – Giorgia Meloni sceglie Milano, dove il Pd in controtendenza nazionale ha raccolto più voti di FdI, per mettere sul tavolo temi e proposte dell’esecutivo che verrà.

Tra sapori e profumi del made in Italy, Coldiretti le riserva un’accoglienza molto calorosa con applausi e cori da stadio che si levano dalla platea del Villaggio allestito al Castello Sforzesco. Al suo ingresso parte la canzone di Rino Gaetano diventata ‘innò della sua campagna elettorale, ‘A mano a manò.

a mano a mano Meloni abbandona un pò della ritrosia verbale degli ultimi giorni (“Ho scelto di limitare le uscite pubbliche per dedicarmi anima e corpo ai dossier che sono più urgenti”) per assicurare che, “se saremo chiamati a governare, abbiamo in mente di dare risposte immediate ed efficaci alla nostra nazione” ed entrare nel nocciolo delle questioni.

Individua la stella polare: “La cultura dell’Italia deve tornare a partire dalla difesa del suo interesse nazionale per trovare soluzioni comuni. è qualcosa che cambierà nei prossimi mesi. Non vuol dire avere un approccio negativo verso gli altri, ma positivo verso se stessi”.

E rivendica di avere avvertito per tempo che si sarebbe dovuto guardare da prima in casa propria: “Quelli che oggi hanno letto i giornali avranno dovuto fare i conti con il fatto che quando qualcuno in questa nazione segnalava che ‘in Europa si parte dalla difesa degli interessi nazionali per arrivare a soluzioni comuni’ non lo facevamo perché eravamo populisti, ma lucidi”.

Il grande tema è quello della crisi energetica con le mostruose bollette che stanno affliggendo i cittadini. “A partire dal caro energia, io sono in costante contatto con il governo” uscente “che è impegnato in una trattativa molto complessa per cercare soluzioni a livello europeo. Se pensiamo a livello nazionale di poter continuare a compensare i costi di bollette per regalare soldi alla speculazione facciamo un errore. Serve un approccio serio al tema delle catene di approvvigionamento. Oggi ci siamo accorti che dipendiamo da tutti per tutto. L’Italia e l’Europa devono preparare una strategia sulle catene approvvigionamento che sono strategiche e vanno ripensate”.

L’applausometro va in tilt quando promette agli agricoltori che che lo Stato si muoverà nel rapporto con le imprese all’insegna del principio del “non disturbare”. “Sono qui per dare questo messaggio. Abbiamo detto in campagna elettorale che un nostro grande obbiettivo era modificare il rapporto tra lo Stato e i cittadini e lo Stato e le imprese. La nostra bussola è un concetto molto semplice: non disturbare chi vuole fare, chi vuole produrre ricchezza, chi vuole lavorare. Usciamo da una legislatura nella quale si è detto che la povertà si poteva abolire con un decreto, che la ricchezza si faceva con un decreto. La ricchezza in questa Nazione la fanno le aziende con i loro lavoratori”.

Promette “di restituire a questa nazione una strategia industriale che non ha avuto negli ultimi tempi e che non può prescindere dagli elementi che sono più identificativi del nostro sistema produttivo.

Tra gli elementi sui quali noi siamo molto più competitivi di tutti gli altri e dai quali non possiamo prescindere c’è ovviamente il tema dell’eccellenza del prodotto, del marchio e segnatamente del comparto agroalimentare. In questo ambito emerge la grande questione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Noi vogliamo difendere l’ambiente con l’uomo dentro”. Infine, Meloni assicura, “non intendiamo fare da soli, ascolteremo i corpi intermedi, chi le materie le vive ogni giorno”.

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