Banche e industriali vogliono prezzi energetici alle stelle e spread sovrano

Nella fretta di realizzare un’improponibile “transizione green” sfuggono dichiarazioni imbarazzanti da chi, ai vertici, vede bene gli aumenti dei costi in bolletta e il giudizio dei fondi stranieri sull’operato dello Stato italiano. Ma, in Italia, chi decide?

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Con un notevole investimento di 200 miliardi di euro la Germania ha dimostrato che, quando c’è la volontà politica, non esistono problemi insormontabili che possano impedire il sostegno alle famiglie e alle aziende. Questo, però, mette in luce una realtà imbarazzante per l’Italia, il fatto, cioè, che la nostra classe dirigente non pare affatto avere come interesse principale quello di sostenere i contribuenti e le piccole e medie imprese.

Bankitalia favorevole ai rincari: “raggiungere obiettivi di lungo termine”

A confermare questa posizione, stranamente autolesionista, ci sono alcune parole recenti pronunciate da vertici istituzionali di rilievo. Uno di questi è il direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, che ha preso la parola all’annuale convegno dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).

Esprimendo la sua opinione sull’attuale crisi energetica ed economica in Italia, Signorini ha affermato: “[…]Sono d’accordo con le misure di molti governi per mitigare l’impatto immediato dei rialzi eccezionali dei prezzi energetici, ma va ricordato come tali prezzi devono crescere per raggiungere i nostri obiettivi di lungo termine nella transizione climatica, obiettivi che l’attuale transizione rende ancora più vitali”. In pratica chi guida Bankitalia crede palesemente che l’attuale aumento dei costi per l’energia non debba essere assolutamente calmierato ma, addirittura, incoraggiato. E il fine sarebbe quello di raggiungere gli scopi prefissati dal tanto discusso “Green deal“. Frasi di un certo peso, che hanno sollevato immediatamente molteplici preoccupazioni.

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Soffrire le utenze per vincere la campagna delle ideologie (e vinceremo…)

Il costo di questa transizione dovrebbe, quindi, gravare principalmente sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese, le sole che saranno chiamate a fare il “lavoro pesante” nella realizzazione della tanto decantata svolta ecologica1.

In questo contesto, pertanto, sembra che la guerra in Ucraina abbia un ruolo decisamente marginale, servendo piuttosto ad accelerare un percorso già intrapreso anni or sono. Signorini, in sostanza, con le sue parole legittima una mossa che ricorda un po’ l’appello “Oro alla patria” lanciato nel ventennio del secolo passato, quando il regime fascista spinse gli italiani a sciogliere i propri anelli nuziali per poter portare avanti economicamente la campagna d’Etiopia – oggi questo sacrificio si traduce in bollette extra pesanti, mentre la missione militare è stata sostituita da una battaglia ideologica persino peggiore -.

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Il sommo spread in cima alla piramide economica

Questo atteggiamento di scaricare i costi di una trasformazione imposta dall’alto sulla popolazione si riflette anche nelle parole del Presidente dell’Unione Industriali Torino, Giorgio Marsiaj: “[…]Il nuovo governo dovrà scegliere le priorità e risolvere l’emergenza. Lo spread sarà il giudice dei progressi, regressi e sussulti, non possiamo farlo ballare”, avrebbe dichiarato il manager. Il che equivale a dire che l’amministratore statale non sarà soppesato dal popolo sovrano (e votante), ma dalla valutazione fatta da alcuni fondi di investimento stranieri.

E il fatto che le manovre finanziarie a favore della classe medio-bassa siano considerate un obiettivo secondario non dovrebbe sollevare ulteriore rabbia? Concludendo, è normale che nell’Italia del 2022 un’élite di potenti – spesso stranieri o collegabili all’estero – continui a percepire la protezione delle imprese minori e della classe lavoratrice come un intralcio allo sviluppo del proprio tornaconto?

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Michele Crudelini dell’11 ottobre 2022), sito dell’ANIA, Panorama, sito di Confcommercio, Greenreport.it, sito dell’Unione Industriali Torino, TAG24 by Unicusano.

Canali YouTube: Il Nuovo Terraglio, Ricicla.tv e FUTURABILE.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

Note di riferimento:

  1. A conferma di come gli impegni imposti tempo fa dall’Unione Europea agli Stati membri – tra cui l’imposizione di nuove tasse (vedi quella sulla plastica) – fossero in realtà già mirati a favorire il passaggio forzato all’era verde.

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