Avanti tutta con Fontana e La Russa !
Sono felice lo ammetto per la scelta dei presidenti di Camera e Senato .Il Parlamento rappresenta la più alta e significativa manifestazione della rappresentanza democratica, e i prescelti con grande onore ne dirigeranno i lavori.
Desidero rivolgere un vivo e autentico saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perno della nostra Nazione e fondamentale garante della nostra Costituzione e custode dei suoi valori fondamentali, e all’intera Corte costituzionale.
Desidero congratularmi con i neo eletti certo dei validi e proficui rapporti che si avvieranno in questo principio di Legislatura.
Desidero dissociarmi invece da una sinistra incapace di perdere, incapace di accettare democraticamente il nuovo corso della politica, con la costante volontà espressa di voler imporre la propria ideologia.
Non certo una novità per chi segue le dinamiche del nostro Paese, ma sicuramente una conferma di quanto la sinistra sia distante dai principi di democrazia millantati.
L’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato ha scatenato reazioni scomposte, che si sono replicando in maniera ancora più forte con l’ elezione di Lorenzo Fontana, nome scelto dal centrodestra e votato in modo compatto dai partiti della coalizione.
Prendo nettamente le distanze dagli strepiti contro La Russa e Fontana. Al primo danno del fascista razzista, al leghista dell’omofobo filoputiniano. E di entrambi dicono: “Non ci rappresentano”.
Così la sinistra rimane ancorata all’odio!
E questo perché la sinistra la guerra civile ce l’ha sempre nelle vene. E i toni usati sui giornali, nei talk show, sui social network sono quelli da guerra civile!
Così si effettua solo un vero e proprio attacco allo Stato.
Siamo in una democrazia e dovremmo solo augurare buon lavoro ai presidenti.
A Letta domanderei :
È stato democratico e giuridicamente democratico un Paese in cui una mattina un governo emana una norma regolamentare che in pratica annulla gli articoli 19 e 20 della Costituzione che garantiscono la liberta di culto e delle sue funzioni, chiudendo le chiese e addirittura inviando i suoi uomini armati sugli altari ad interrompere le messe, fatto che non si è verificato neanche durante la guerra mondiale?
E’ stato democratico un Paese in cui si obbliga un’intera popolazione a rimanere agli arresti domiciliari per oltre due mesi anche in regioni ove non si è registrato un solo “vero deceduto” da Covid-19?
E cosa dire dell’essenza della civiltà democratica costituita dalla Giustizia?
Il caro Letta dovrebbe imparare dai suoi predecessori ad incominciare da Enrico Berlinguer e da Nilde Jotti.
Ma deve ancora crescere Letta per fare buona politica sul serio e non solo a parole solo allora potrà essere un Leader politico!
Siamo stati comandati e ignorati per 12 anni senza aver desiderato i governi imposti dal PD ed ora è meglio che si faccia da parte questa vuota e bieca sinistra e lasci governare forze politiche che forse o quasi sicuramente lo faranno meglio !
I cittadini, mai come in questo periodo hanno dato prova di immenso equilibrio, di sapienza e pazienza, non sono scesi in strada ad incendiare cassonetti o rompere vetrine ma hanno utilizzato il mezzo democratici per eccellenza per dimostrare la propria ribellione a tali ingiustizie: sono andati a votare !
E ciò a dimostrazione che il popolo italiano è vivo, è democratico, crede nella Costituzione Italiana ed è pronto a difenderla mettendoci la propria faccia.
Ora è vero che l’ inflazione erode il potere d’acquisto, l’epidemia continua a colpire, la guerra ai confini provoca tensioni: un insieme di eventi in grado di mettere a dura prova anche la società più equilibrata. Però pur tra le rovine e le traversie non dovrebbe mancare (e invece manca) la speranza. Secondo lo scrittore Helen Keller: Non si può fare nulla senza speranza. Concorda il suo collega, Ernst Bloch: L’importante è imparare a sperare.
Senza speranza non ci può essere futuro.
La politica non dovrebbe più impostarsi sul giorno seguente bensì sul medio-lungo periodo ed essere in grado di dare prospettive, di proporre traguardi allettanti.
D’altro canto sono scomparsi gli ideali insieme alla capacità di guardare al futuro come seppero fare i vecchi statisti quando si trattò di costruire l’Europa. Oggi è tutto piccolo cabotaggio, le campagne elettorali si costruiscono su slogan e promesse che durano lo spazio di un mattino.
Piena fiducia al nuovo governo e Auguro buon lavoro ai neoeletti che sicuramente ragioneranno sulla società a cui tendere.
Antonio Peragine
direttore@corrierenazionale.net