La Francia nel caos per lo sciopero nei depositi di carburante

Economia & Finanza

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La Francia può contare su circa 200 depositi petroliferi e bloccando questi stabilimenti viene interrotto anche l’approvvigionamento delle 11.000 stazioni di rifornimento su tutto il territorio

di Leonardo Petrini

© Estelle Ruiz / Hans Lucas / Afp
– manifestazione davanti alla raffineria di Donges

 

AGI – La crisi delle stazioni di servizio francesi, a corto di carburante da giorni a causa dello sciopero iniziato ormai tre settimane fa nelle raffinerie e nei depositi TotalEnergies e Esso-ExxonMobil, non è ancora passata.

Come documentato dall’Unione francese delle industrie petrolifere, per alimentare i circa 45 milioni di veicoli immatricolati nel Paese la Francia può contare su circa 200 depositi petroliferi.

Bloccando questi stabilimenti, viene interrotto anche l’approvvigionamento delle 11.000 stazioni di rifornimento presenti sul territorio nazionale. Ma come funziona la catena del carburante in Francia? Il primo passaggio e’ l’import di petrolio greggio e prodotti finiti come il gasolio, i quali attraccano nei porti di Le Havre, Saint-Nazaire e Marsiglia.

Da qui le materie importate vengono trasferite in una delle otto piattaforme industriali di raffinazione del territorio metropolitano.

Cinque di esse, di cui due bioraffinerie, sono in mano al gruppo TotalEnergies, due ad Esso e una al gruppo britannico Petroineos. Il pacchetto è completato dalla raffineria di Lamentin, in Martinica, gestita dalla compagnia Sara e operativa nei territori d’oltremare.

Dopo la trasformazione, i vari combustibili sono trasportati attraverso una rete di oleodotti, navi e treni verso i siti petroliferi, dove i carburanti sono immagazzinati prima di essere spediti alle stazioni di servizio.

Secondo il ministero dell’Ecologia, la Francia dispone di una capacità di stoccaggio di prodotti petroliferi di 46 milioni di metri cubi, il 50 per cento della quale si concentra in due regioni: Normandia e Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Le raffinerie e i depositi annessi coprono circa il 33 per cento della capacita’ totale di stoccaggio, i siti sotterranei il 20 per cento e gli aeroporti l’un per cento.

Il restante 47 per cento è a carico dei circa 200 depositi secondari di varie dimensioni sparsi nel Paese. Ma la Francia dispone anche di scorte strategiche equivalenti a tre mesi di consumo distribuite in 90 siti.

Tra questi un deposito sotterraneo di 9,2 milioni di metri cubi che si trova a Manosque, nelle Alpi dell’Alta Provenza, ed è collegato alle raffinerie di Marsiglia e di Fos-sur-Mer. A questo il governo ha deciso di attingere ad esempio lo scorso fine settimana per far fronte all’emergenza.

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