Il ritratto della scrittrice Melinda Miceli di Pietro Alessandro Trovato, confine sperimentale tra iperrealismo e mistero

Arte, Cultura & Società

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All’interno di un’ illustre rassegna d’arte contemporanea di Certamen Internazionale sulle Cattedrali tenutosi presso la biblioteca Museo Elio Vittorini il 12 ottobre 2021,  è stato presentato alla stampa il ritratto della pluripremiata Scrittrice e critico d’arte Siracusana Melinda Miceli.

L’opera del maestro Pietro Alessandro Trovato è stata collocata accanto al suo autoritratto che ha fatto il giro dell’Italia e delle più alte mostre contemporanee. Nel 2017 la prima edizione “Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo” gli ha conferito il premio “MeArt – migliore opera iperrealista”. L’artista 2 anni fa ha esposto al Louvre di Parigi nel salone delle arti contemporanee riscuotendo grandi consensi ed è uno dei massimi esponenti dell’iperrealismo come ha sottolineato la stessa Miceli in un precedente articolo: ” Luci, riflessi e trasparenze iperrealiste.

La natura morta del pittore siciliano Pietro Alessandro Trovato rendendo visibile, con una precisione quasi matematica, l’entità fisica è vivissima e al contempo fortemente allegorica: ogni dipinto, specchio retorico della sua percezione esistenziale, si staglia sul confine di due iperurani figurativi: l’Iperrealismo e il Realismo. Nei suoi quadri le immagini possiedono un ruolo cruciale, sono strumenti di seduzione, nelle quali il cromatismo velato di trasparenze che sembrano attraversarle, assume una valenza simbolica attraverso la comparsa del vetro e di elementi di richiamo classico.

La sua precisione dei dettagli contribuisce ad alimentare lo Shock della Visione, investendole di luce, riflessi e trasparenze. I suoi dipinti sembrano racchiusi in una bolla di muti segreti, quasi avvolti da un’aura metafisica, sospesa e staccata dal turbinio della. Il soggetto nella dimensione strutturale creato con energia e liricità nel suo suggestivo schema interpretativo si presta all’inganno visivo tipico del capolavoro entrato in azione semplicemente con la pittura che tende a una concretezza tale da generare l’illusione del reale stesso.

Abbiamo intervistato il maestro Trovato sul ritratto della Scrittrice Melinda Miceli: “Ho scelto il volto della scrittrice Melinda Miceli, una donna celebre e non comune, un essere quasi irreale, bellissima dagli occhi come due astri luminosi che con il loro magnetismo catturano l’attenzione di chi la guarda e come una musa ispiratrice è stata fonte d’ispirazione per molti altri artisti, ma Melinda è un soggetto assai complesso: donna dell’intelligenza quasi diabolica, sebbene solare, creatura fatta d’armonia estetica e grande Sapienza. La sua personalità solare, vivace e dinamica e allo stesso tempo profonda ed intellettuale sono le caratteristiche che più mi affascinano e che ho inteso riassumere in un suo ritratto. Ed ecco giunta l’ispirazione giusta che mi ha spinto a ritrarre il Critico d’arte Melinda Miceli con una tecnica nuova, probabilmente più contemporanea che oggi diventa anche una vera sperimentazione. Da anni diversi critici mi hanno catalogato tra gli artisti iperrealisti, ma un artista non vuole essere etichettato, vuole sperimentare. Nel ritratto della scrittrice Melinda Miceli, emblema della Cultura siciliana al femminile, donna Siciliana dell’anno per 3 anni consecutivi, 11 premi nazionali e 18 pubblicazioni e 2 lauree honoris causa, ho cercato di rendere la rappresentazione un’idea più nuova, cercando però di non lasciarmi distogliere solo dalla sua bellezza, ma dipingendo quasi un essere angelico ed evanescente ho inteso sottolineare gli occhi che come estroflessori della sua mente unica e complessa. La sua energia solare e la sua intelligenza si irradia per tutto il ritratto che risulta essere senza ombre scure, luminoso e allo stesso tempo reale e irreale, quasi come nelle mie nature morte dove rappresento la trasparenza dei vetri materia incorporea, quindi la rappresentazione dell’anima impalpabile”. A tal proposito emblematica è la recensione del Critico Melinda Miceli soggetto stesso dell’opera apparsa su Ars Magistris dalla quale estraiamo il senso stesso della misteriosa tela: “Nell’opera in oggetto il maestro Pietro Alessandro Trovato sperimenta una nuova tecnica ad acrilico con additivo che si presta ad una stesura flessuosa per lavorare sui riflessi di luce e le gradazioni di colore, quasi una contaminazio per sottolineare l’effetto realista in una visione diversa rispetto alla scuola, più classica e considerevolmente più letterale, del fotorealismo.

I colori acrilici sono lisci, opachi, non riflettono la luce e possono esser resi trasparenti da forti diluizioni ottenendo un’immagine reale ma trasognata che va al di là delle semplici apparenze.

Il tratto sottile ma incisivo si posa sul contorno delle labbra, degli occhi e degli zigomi della sua modella per esaltare il volume degli stessi aggiungendo una dimensione di sensualità al soggetto femminile. L’artista ottiene spettacolari effetti di illusionismo pittorico come nella resa dei capelli e della pelle; tutta la fattura è di altissima qualità tecnica. Sulla scia dei ritratti sognanti di Manuela Landroyo, ha colori accesi ed eterei che ne determinano un’inedita luminosità accecante quasi che il soggetto fosse dipinto en plen air. L’immagine iperrealista dallo sguardo magnetico è lontana nel tempo per i suoi tratti classici, quasi arcangelica, effigiata qui come la chiave di un se che apre la sua stessa anima. Misteriosa e malinconica attraversa quell’ideologia del tempo congelato che ha nutrito le più grandi pagine della cultura europea da Sterne a Eco, esprimendo la contemplazione del tempo stesso che sembra cristallizzarsi sui tratti del soggetto quasi intrappolato nella trama vitrea. Dietro il trasferimento dei tratti del volto e l’attenzione ai dettagli dello stesso, Pietro Alessandro Trovato con la sua maschera cromatica iperrealista cela l’inganno dell’occhio, attraverso una stesura dove parti finite si alternano a parti mancanti, quell’alea quasi soprannaturale ancora volutamente da disegnare, ed accattivanti tanto quanto il lavoro finito. Parti e contestualizzazione riflessiva del soggetto che portano a definire l’opera come un modello artistico per esplorare emozioni profonde… Il messaggio di questo ritratto dalla tecnica sperimentale ed all’avanguardia dell’iperrealismo di cui Pietro Alessandro Trovato… non è solo la bella la visione di un’immagine fotografica; il soggetto nel suo pathos reale e spirituale entra in scena per veicolare messaggi forti evocando le finalità stesse dell’artista; il netto confine tra finito e infinito, tra immortalità e caducità dell’esistenza nell’ambiguo alternarsi dell’ineffabile ambivalenza dell’essere”.

Melinda Miceli

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