Cosa sappiamo del virus dei pipistrelli isolato in Italia

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Si chiama ISKV e per la prima volta è stato trovato in Kirgistan. Ora è arrivato anche nel nostro Paese
© PATRICK PLEUL / DPA-ZENTRALBILD / DPA PICTURE-ALLIANCE – Pipistrello
AGI – È stato isolato da un pipistrello, per la prima volta in Italia, il virus Issyk-Kul (ISKV). Era conosciuto dal 1970, quando era stato trovato in un pipistrello Nyctalus noctula campionato presso il lago Issyk-Kul, in Kirghizistan. ISKV è stato successivamente rilevato nei paesi vicini dell’Asia centrale (Tagikistan e Kazakistan) in diverse specie di pipistrelli e zecche.
Si presume che questi due animali siano entrambi serbatoi di ISKV e che la trasmissione all’uomo sia possibile attraverso punture di zecca ed esposizione a feci e urina di pipistrello. Allo stato attuale si sa ancora poco su questo virus, anche se è descritto come causa di possibili focolai di malattia nell’uomo caratterizzati da febbre, mal di testa, mialgia e nausea con tempi di convalescenza anche di alcune settimane. In alcuni casi è accostato anche a febbri emorragiche.

In Italia l’isolamento è avvenuto all’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna. Il virus è stato trovato in un pipistrello appartenente a una specie (Hypsugo savii) sedentaria e molto diffusa nelle aree urbane, che utilizza gli edifici come siti di rifugio suggerendo possibili implicazioni per la salute pubblica.

L’isolamento è stato eseguito su un esemplare deceduto spontaneamente presso il Cras Wwf della Valpredina in provincia di Bergamo e analizzato da Izsler all’interno delle indagini di sorveglianza passiva sui pipistrelli, previste dal Piano Fauna Selvatica della Regione Lombardia.

Ad oggi è stata registrata una sola positività e sono in coso ulteriori indagini volte a definire diffusione, distribuzione ed ecologia di questo virus, che permetterà anche di acquisire informazioni utili a definire la prevalenza/incidenza di ISKV per meglio capire se esiste un eventuale rischio di trasmissione e diffusione agli animali e all’uomo.

La vicepresidente e assessore lombardo al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha sottolineato che “non c’è nessun allarmismo, ma va evidenziato, come accaduto in altre recenti occasioni, l’attento e puntuale lavoro che viene portato avanti dai nostri operatori”.

È infatti un dato acclarato che le malattie trasmissibili all’uomo di origine animale, originate dalla fauna selvatica, possono rappresentare una minaccia per la salute umana: “Individuarne tempestivamente la comparsa e contrastarne efficacemente la diffusione – aggiunge l’assessore – rappresenta una priorità per la salute pubblica”.

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