L’entusiasmo sul clima economico del Paese si è progressivamente attenuato, tornando ai livelli del 2020. Il rapporto Acri/Ipsos in occasione della 98esima Giornata Mondiale del Risparmio
di Andrea Managò
AGI – Torna la sfiducia tra gli italiani per il clima economico dei prossimi anni. Dopo la ripresa del 2021, frutto del venir meno delle restrizioni sociali e commerciali più pesanti legate alla pandemia di Covid, il 2022 spaventa gli italiani per il combinato tra l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia – per cui non sembra materializzarsi una soluzione nel breve – e caro prezzi. Una dinamica che li costringe a rivedere spese e priorità.
Il clima di fiducia e quello personale godono ancora di una certa tenuta, complice un complessivo buon livello di soddisfazione per l’andamento delle proprie finanze. Ma cresce la quota di chi è molto insoddisfatto della situazione economica familiare, una famiglia su cinque.
Il Paese, annota lo studio, è attraversato da un generale clima di pessimismo nel guardare alla prospettiva di sviluppo dei prossimi 2 o 3 anni. Il conflitto in Ucraina preoccupa, gli italiani temono il rischio di allargamento del perimetro dello scontro scatenando una contesa globale, il 78% pensa che la guerra possa durare ancora a lungo.
Aleggia inoltre la minaccia del ricorso alle armi nucleari. La corsa dei prezzi innsecata con la pandemia di Covid e deflagrata con la guerra preoccupa tutti o quasi: un terzo degli italiani è molto preoccupato e ben due terzi hanno già dovuto attivare delle strategie di contenimento delle spese per alleggerire le ricadute sul bilancio familiare.
Per riuscire a far quadrare i conti visto il livello dell’inflazione, riporta lo studio, gli italiani sono costretti a ripensare e riadattare il proprio paniere di consumi, cercando di minimizzare l’impatto sul bilancio familiare. Una dinamica che genera crescente insoddisfazione e frustrazione per le famiglie italiane.
Tuttavia gli italiani non appaiono disposti a fare grandi rinunce, perché permane il desiderio di tornare a vivere a pieno regime, soprattutto dopo il periodo buio del lockdown. Una famiglia su quattro non riesce a coprire le spese impreviste anche entro i mille euro.
Il 75% è in grado di far fronte a delle spese non programmate pari a 1.000 euro (79% nel 2021). Mentre il 39% delle famiglie arriva a coprire spese non programmate fino a 10.000 euro (42% nel 2021). Un dato significativo ma il leggera flessione rispetto allo scorso anno.
I risparmi accumulati in passato, soprattutto durante il periodo di lockdown, permettono ad una percentuale elevata di italiani di fare fronte a delle spese impreviste con mezzi propri, anche se la situazione inflattiva e la voglia di cercare di mantenere i consumi – seppur con maggiore accortezza – riducono tale percentuale.
Una famiglia su cinque ha fatto ricorso a prestiti o ai risparmi accumulati. Aumenta inoltre la percentuale di coloro che non vivono tranquilli se non mettendo da parte dei risparmi (37% vs 33% nel 2021), a fronte di un ridimensionamento di chi affronta il risparmio senza troppe rinunce (49% vs 53% nel 2021).
L’Unione Europea almeno resta un appiglio, il 57% degli italiani ha piena fiducia, soprattutto i più giovani (18-30 anni). Due italiani su tre sono convinti che l’Ue andrà nella giusta direzione. Tuttavia i dati sono tutti lievemente in calo rispetto al 2021.
Insomma: lo scenario è del tutto diverso da quello del 2021 e, per certi versi, ben più complesso: alla pandemia si è aggiunto il conflitto in Ucraina, il drammatico aumento del costo dell’energia e le conseguenti ricadute sui prezzi, cui si è associato un periodo di incertezza politica.