Treni pieni e aerei vuoti, il viaggio attraverso l’Europa dei disservizi

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L’inchiesta del Washington Post sulle condizioni delle ferrovie tra le principali città del Vecchio Continente attraverso Svezia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Belgio prima di arrivare in Francia

di Alberto Ferrigolo

© JENS KALAENE / DPA / dpa Picture-Alliance via AFP
– Treni in Germania

 

AGI – “I paesi europei stanno cercando di convincere le persone a fare viaggi a basse emissioni”, scrive il Washington Post, che su questa base è andato a verificare se l’invito di governi e aziende ferroviarie sta avendo successo e se “le ferrovie europee siano pronte a farvi fronte”. Insomma, un’inchiesta tra le principali città del Vecchio Continente attraverso Svezia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Belgio prima di arrivare in Francia.

Osserva il Post: “Per quasi due decenni, i voli brevi ed economici hanno caratterizzato i viaggi europei. Con l’aumento delle compagnie aeree a basso costo, persone con disponibilità limitate hanno potuto prendere in considerazione viaggi non alla loro portata. E hanno approfittato dell’occasione visitando altri paesi e culture, abbracciando l’ideale dell’Unione Europea della libera circolazione” però “tutti quei voli hanno inciso sull’inquinamento da carbonio”.

Economici per i viaggiatori, “hanno comportato però un pesante costo ambientale, mettendo a rischio l’impegno dell’Europa di ridurre a zero le emissioni nocive”. Morale?

Che ora i governi più sensibili alle questioni climatiche e ambientali stanno facendo retromarcia e invitano a prendere il treno anche per “osservare meglio il paesaggio dai finestrini”.

Molto della ostilità verso gli aerei la si deve allo stigma lanciato da Greta Thunberg che nel 2019, allora 16enne, ha avviato una campagna contro l’inquinamento da aereo, sottolinea il Post, che però si chiede: “Perché vergognarsi di volare quando i treni sono spesso più costosi degli aerei, quando poi i treni si esauriscono con molto anticipo e quando la prenotazione può essere assai complicata, specie nei viaggi transfrontalieri che coinvolgono più operatori ferroviari europei?”

Il Washington Post ha viaggiato in treno per scoprire che “alla fine dell’estate in Europa erano pieni” ma che in genere “i servizi ferroviari europei non sono all’altezza delle aspettative” per “i numerosi ritardi, collegamenti complicati, lunghe code per i bagni, bagagli rubati e scioperi”. Quindi, anche se i treni come quelli presi emettono tra un quarto e un ottavo circa di biossido di carbonio che gli aerei emettono nello stesso percorso, la realtà è tutt’altro che confortevole:

Svezia. Per il quotidiano “il treno è arrivato a Berlino 10 minuti prima del previsto la mattina successiva, quasi 17 ore dopo aver lasciato Stoccolma. Ma a causa dei lavori, il viaggio è terminato in una stazione di pendolari. I passeggeri sono stati lasciati soli ad arrangiarsi per raggiungere Berlino Centrale”.

Germania. “Tutti e tre i nostri treni tedeschi erano in ritardo, anche se uno ha recuperato il tempo lungo il percorso. Ciò è in linea con i dati che mostrano che quasi ogni treno tedesco a lunga percorrenza è stato ritardato di sei minuti o più durante i mesi estivi” e “quando il nostro treno è arrivato al confine olandese, il viaggio ha avuto un intoppo: uno sciopero ferroviario nei Paesi Bassi. Il conduttore ha invitato tutti a scendere, ma quando siamo arrivati ​​al parcheggio della stazione, era vuoto. C’è voluta un’altra mezz’ora prima dell’arrivo di un autobus sostitutivo”.

Francia.“La Francia si vanta delle ferroviario, orgoglio del paese per l’alta velocità, che offre alcuni collegamenti più veloci al mondo ma è relativamente affidabile” tanto che “alcune aziende hanno iniziato a trasportare i propri dipendenti tra Parigi e Bordeaux su aerei privati” a causa dei continui disservizi. Insomma, per il Post un pessimo tour.

 

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