La norma per stroncare i rave, creato un nuovo reato

Politica

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Fino a sei anni di carcere e diecimila euro di multa per chi li organizza. Esultano le organizzazioni sindacali di polizia nel giorno in cui si chiude pacificamente il ‘caso Modena’

di Manuela D’Alessandro

Il rave a Modena

 

AGI – Il varo della norma contro i rave party coincide con la pacifica soluzione della vicenda di Modena, dove migliaia di giovani si erano dati appuntamneto in un magazzino abbandonato per un raduno non autorizzato.  “Inizialmente, si era pensato di intervenire con un’aggravante per un reato che già esiste, ‘invasione di terreni ed edifici’, ma poi abbiamo scelto di introdurre un reato nuovo perché non volevamo che questo si inserisse nella fattispecie dei reati contro il patrimonio, volevamo fosse un reato contro l’incolumità pubblica” ha detto il premier, Giorgia Meloni.

“Lo Stato c’è e non si fa mettere i piedi in testa. Voglio ringraziare il ministro Piantedosi per la sua celerità, ha dato il segnale di uno Stato che non ha voluto mostrarsi inerte di fronte all’illegalità e che vuole rispondere immediatamente. Ci aspettiamo che questa norma uniformi l’Italia alle altre nazioni” ha aggiunto ricordando le polemiche che ci sono state in passato sul rave di Viterbo. “L’impressione che ha dato il nostro Paese è stata quello del lassismo rispetto alle regole. Così interveniamo con efficacia. Il segnale dato può essere un deterrente per chi vuole venire in Italia e devastare aree protette organizzando manifestazioni illegali“, conclude.

Intanto sono stati posti i sigilli al capannone industriale di Modena dove si si erano ritrovati migliaia di giovani, provenienti anche dall’estero, per un rave party di Halloween. L’area è rimasta completamente vuota dopo il deflusso dei partecipanti : identificate in totale dalla polizia di Modena 1.383 persone e controllati 337 veicoli. Completate le operazioni di prima messa in sicurezza del capannone con saldatura degli accessi, transennamenti e bandellature.


Cosa prevede la nuova norma sui rave

Confisca degli oggetti utilizzati durante l’occupazione, reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro. Queste le nuove norme penali per i rave party, introdotte dal decreto legge odierno, approvato in Cdm. Il decreto legge modifica l’articolo 633 del codice penale.


Soddisfazione è stata espressa da tutte le sigle sindacali  alle quali aderiscono gli agentid i polizia. “Bene il governo Meloni che introduce, su proposta del ministro dell’Interno Piantedosi, la fattispecie penale per contrastare i rave party che punisce gli organizzatori con la reclusione fino a 6 anni e consente la confisca dei mezzi e degli strumenti utilizzati” dice Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. “S’immette così dopo anni nell’ordinamento la piena efficace deterrente della sanzione penale per prevenire i rave party che per la loro pericolosità ledono l’incolumità pubblica“.

“Le nuove misure rappresentano un segnale importante dello Stato nei confronti di tutti coloro che organizzano eventi di questo tipo” ha fatto eco Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp. “La vita dei giovani e dei giovanissimi che partecipano a queste iniziative illegali deve essere comunque tutelata – continua il rappresentante sindacale – ecco perché era assolutamente necessario farlo attraverso una normativa ad hoc che fungesse da deterrente specialmente per gli organizzatori. Sono misure che, come sindacato che opera in favore di donne e uomini della Polizia di Stato, aspettavamo e auspicavamo da anni: il vuoto legislativo a riguardo era troppo grande e molto spesso gli agenti si sono trovati a dover far fronte a questo tipo di iniziative senza che vi fosse una normativa chiara a riguardo”.

“Esprimo tutto il plauso obbligato prima ancora che sentito per sottolineare un’operazione di polizia, estremamente delicata e insita di imprevedibili e infinite insidie, che si può definire da manuale” commenta Felice Romano, segretario generale del Siulp, dopo l’intervento di sgombero del capannone di Modena.

“Chiarezza di direttive, osmosi totale tra centro e periferia, condite da altissime professionalità, straordinaria capacità, grande senso di equilibrio e abnegazione – conclude Romano – hanno consentito di eseguire un intervento da manuale in una condizione esplosiva che poteva degenerare in qualsiasi momento.

Migliaia di persone identificate, insieme a decine di sequestri di furgoni pieni di attrezzature e il sequestro preventivo del capannone con un deflusso senza alcun incidente, senza alcuna carica, insieme all’attenzione di far decantare chi aveva esagerato con alcol o altre sostanze stupefacenti prima di farli immettere nella circolazione stradale per farli allontanare dall’area interessata dal rave party, sono stati i tratti caratterizzanti di una esemplare operazione di polizia effettuata in tema di ordine e sicurezza pubblica”.

Il capannone pericolante

Mario Bompani, il proprietario dell’immobile dove si è svolto il rave party di Modena, spiega all’AGI di aver presentato denuncia per “occupazione abusiva di immobile domenica mattina”. “Ero fuori Modena e quando ho saputo cos’era successo. Le mie figlie si sono attivate per far sapere a chi di dovere che due anni fa a causa di una tromba d’aria erano caduti 4 pannelli e l’edificio era in condizioni pericolose”.

In passato, il capannone è stato destinato anche all’allevamento di tori e come deposito di granaglie, comunque sempre a uso agricolo. “Abbiamo cominciato dopo la tromba d’aria le procedure per renderlo idoneo a qualsiasi attività purché non a fine agricolo, anche il Comune non ci sta aiutando”. Il proprietario definisce il rave “un episodio triste”. “Da cinque anni il capannone è stato abbandonato – prosegue – ed è stato oggetto di qualche saccheggio. In Italia non abbiamo le leggi che altrove vietano questi eventi. C’è qualcuno che ci guadagna a fare questo, perché devono subire tutti?”.

Il sindaco di Modena: hanno vinto il dialogo e la mediazione

“L’evacuazione ordinata della struttura, senza la necessità di alcuna prova di forza, è stato il risultato della positiva collaborazione tra istituzioni e forze dell’ordine all’insegna del senso di responsabilità e della scelta del dialogo e della mediazione”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli commenta così la conclusione del rave, “È stata accolta – aggiunge il sindaco – la sollecitazione a garantire il ripristino della legalità in tempi rapidi, ma senza forzature, con buon senso, tutelando l’ordine pubblico e l’incolumità di tutte le persone”.

Ringraziando per il lavoro sviluppato fin da domenica mattina nell’ambito del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dalla Prefettura il sindaco sottolinea come “la capacità di Modena di fare squadra e le corrette relazioni dirette con il ministro Piantedosi hanno permesso di impostare un lavoro che ha dato esiti positivi e per il quale voglio ringraziare tutte le forze dell’ordine, la Polizia locale, i Vigili del fuoco, il 118, i volontari impegnati in questi due giorni a garantire la sicurezza collettiva.

Auspichiamo che i responsabili dell’iniziativa- conclude il sindaco – rispondano degli eventuali reati che sono stati commessi in questi due giorni, così’ come dei disagi e dei danni che sono stati arrecati alla città”.

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