Per il presidente degli avvocati milanesi, quella sui rave è una “norma pericolosissima”

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In un’intervista all’AGI Vinicio Nardo spiega perché il nuovo reato potrebbe finire presto davanti alla Consulta
©  @Manuela D’Alessandro – Poliziotti schierati davanti al capannone del rave party di Modena

 

AGI – Un reato “pericolosissimo” quello di ‘invasione arbitraria di terreni o edifici’ contenuto nel decreto presentato ieri dal governo. Così lo definisce all’AGI il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, Vinicio Nardo, sottolineando che ancor più preoccupante della nuova norma è il contesto da cui è scaturita “sull’onda emotiva di un rave party in cui, tra l’altro non è successo niente di grave”.

La pericolosità deriverebbe dal fatto che “si gioca col fuoco poiché si parla genericamente di ‘invasione di edificio altrui’ e non per forza va applicata ai ravers ma anche ad altri partecipanti ad assembramenti mettendo a rischio la libertà di riunirsi prevista dalla Costituzione”.

Per Nardo comunque non siamo di fronte a situazioni nuove: “Sono schemi visti con tutte le forze politiche, mi viene in mente Renzi che nel suo primo discorso da premier invocò il reato di omicidio stradale quando sarebbero bastate le norme esistenti per disciplinare la materia, così come nel caso dell’occupazione abusiva di un edificio”.

“E’ una norma che ha il requisito della vaghezza e mette a rischio il diritto costituzionale, vediamo se nell’applicazione pratica verrà chiesto l’intervento della Consulta – prosegue -. Più che pericolosa mi viene da definirla ridicola proprio per il problema culturale che la legge viene fatta sulla montatura di un episodio che non ha provocato nessuno sgombero”.

Bene invece per Nardo il rinvio della riforma Cartabia che dovrebbe permettere di scrivere le norme transitorie necessarie per applicarla. “Non è pensabile che sia, come spesso accade, la giurisprudenza a dire come si applicano le leggi, c’è un’inversione del rapporto che non è accettabile. In un sistema sano, la legge precede la giurisprudenza. Mettiamoci in testa di scrivere le norme che mancano, se non lo si dovesse fare sarebbe una partenza ‘a gambero’ per la nuova classe politica”.

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