Critiche e proposte al documento approvato dal governo. Confindustria non ha risparmiato rilievi sulle misure relative a cuneo fiscale, estensione della flat tax e pensioni. Tra i sindacati le posizioni più critiche sono arrivate dalla Cgil
di Andrea Managò
AGI – I sindacati e le associazioni datoriali, con sfumature diverse, hanno espresso perplessità, punti di merito e richieste di correttivi alla manovra economica varata dal governo nel corso di una giornata di audizioni fiume di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte.
La manovra non risponde all’emergenza salariale e alcune “misure simbolo” rischiano addirittura di peggiorare le condizioni delle persone, sostiene il vicesegretario generale della Cgil, Gianna Fracassi. Il giudizio della Cisl sui contenuti della manovra, invece, è “articolato perchè contiene misure importanti per fronteggiare l’emergenza” ma “per l’altro verso è ancora debole e insufficiente sul versante espansivo”, sottolinea il segretario confederale, Ignazio Ganga.
Mentre secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ci sarebbe “bisogno di una legge di bilancio che indichi una direzione di marcia puntando sulla necessità di sostenere i redditi da lavoro dipendente e pensione”.
La Confcommercio da parte sua ha sottolineato “l’esigenza di interventi più incisivi di riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro” e ha richiesto di “tenere conto della maggiore onerosità dei nuovi ammortizzatori sociali per le imprese del terziario”.
Per l’Ance, invece, “la manovra deve essere rafforzata e Governo e Parlamento devono intervenire per risolvere alcune delle emergenze che imprese e famiglie stanno affrontando.
La prima riguarda lo sblocco immediato della cessione dei crediti fiscali per i cantieri già avviati”. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, dopo aver apprezzato le misure sull’energia, ha sollevato diversi rilievi al testo. “Serve un taglio del cuneo di almeno 4 punti perché abbia un effetto significativo: troppe volte nei decenni alle nostre spalle piccoli tagli di 1 o 2 punti non hanno avuto alcun effetto”, ha ribadito più volte Bonomi.
Poi ha rimarcato: “Noi avremmo auspicato una scelta forte, coraggiosa, per noi è una delusione, dopo che tutti i partiti dicevano che il taglio del cuneo era una priorità, vedere il solo mantenimento di quello stabilito dal precedente governo e l’intervento risibile sotto i 20mila euro”.
Appunti sono arrivati anche su fisco e pensioni. “Le risorse mancate per gli investimenti delle imprese – ha sostenuto Bonomi – si devono anche al fatto che una parte di quelle a disposizione vengono impiegate per obiettivi a nostro avviso non prioritari in questa fase di emergenza e, comunque, discutibili nel merito. Ci riferiamo alle misure sulle cosiddette flat tax e a quelle in tema di prepensionamenti”.
Quanto all’innalzamento del tetto al contante a 5mila euro e alla rimozione delle multe per chi non fa pagare con il Pos fino a 60 euro, il numero uno di Confindustria chiarisce: “Non abbiamo mai richiesto questi interventi, sono scelte politiche, di natura elettorale, che credo non apportino neanche un punto di Pil potenziale, nemmeno qualche decimale”.