I siti web di matrimoni, l’ultima frontiera per la battaglia sui diritti gay in Colorado

Mondo

Di

In Colorado la Corte Suprema dovrà valutare il caso della graphic designer che si è rifiutata di realizzare un sito web di unioni tra persone dello stesso sesso

di Alberto Ferragolo

AGI – La Corte Suprema è chiamata a valutare se il rifiuto di una web designer di dar vita a siti web di unioni tra persone dello stesso sesso violi la legge sugli alloggi pubblici. È il caso della graphic designer Lorie Smith, che afferma che la stessa legge sugli alloggi pubblici del Colorado che è già stata contestata quattro anni prima, e che proibisce la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, “viola anche le sue opinioni religiose profondamente radicate e i diritti alla libertà di parola”.

I fatti: Lorie Smith vuole espandere la sua attività per creare siti web dedicati ai matrimoni, ma solo per raccontare le storie di sposi “attraverso la lente di Dio”. E in un’intervista, s’è rifiutata di rispondere alla domanda se ritiene che il matrimonio tra persone dello stesso sesso debba essere legale, affermando che il suo caso è del tutto personale, non politico ma una sua vittoria sarebbe altrettanto preziosa per un artista gay che non vuole lavorare per una causa in cui non crede. Il punto è che quando la Corte Suprema si è pronunciata in modo restrittivo nel 2018 nella causa di un fornaio del Colorado che si rifiutava di creare una torta nuziale per una coppia gay, i giudici hanno evitato di prendere posizione e di pronunciarsi chiaramente nel conflitto soprattutto culturale che opponeva i sostenitori dei diritti Lgbtq e coloro che affermano che i loro diritti religiosi e le convinzioni personali vietano il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Il caso Smith è più o meno lo stesso. “Il Colorado sta censurando e costringe a ridurre la mia creatività nella creazione di messaggi che violano le mie convinzioni”, ha dichiarato l’interessata. Tuttavia, già due tribunali si sono pronunciati a sfavore di Lorie Smith, affermando che il Colorado ha un fortissimo interesse a richiedere che le imprese aperte al pubblico servano tutti i cittadini dello Stato.

Pertanto i giudici che sono chiamati ad esprimersi ora propongono di rispondere a questa domanda per risolvere il caso: “L’applicazione di una legge sugli alloggi per costringere un artista a parlare o rimanere in silenzio viola la clausola sulla libertà di parola del primo emendamento?”, mettendo il quesito in relazione alla sentenza di quattro anni prima sugli alloggi pubblici.

La questione è controversa, perché ora c’è chi si chiede come lo stato sia arrivato a svolgere un ruolo così importante nella considerazione della Corte Suprema, se il matrimonio tra persone dello stesso sesso sarà trattato in modo diverso dal matrimonio tradizionale. Tanto più che il legislatore del Colorado non ha mai approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso mentre invece è stato fatto dai tribunali federali. “Ma molto prima, nel 2008, lo stato aveva messo al bando la discriminazione nei confronti dei gay negli alloggi pubblici e nel lavoro, e aveva stabilito tutele dei diritti civili sulla base dell’identità di genere”, chiosa il Times.

Il caso arriva ora dinanzi ad un tribunale molto cambiato dal 2018 e anche in una situazione sociale dell’opinione pubblica molto divisa in materia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube