I ricoveri per animali in tutti gli Stati Uniti hanno assistito ad una impennata di consegne di animali domestici mentre l’inflazione erode i risparmi delle famiglie
di Alberto Ferrigolo
AGI – Il costo della vita, l’aumento dei prezzi energetici e al dettaglio, l’impennata dell’inflazione stanno erodendo i margini delle disponibilità economiche dei più e mettendo molti proprietari di animali dinanzi ad un interrogativo drammatico: arrendersi e rinunciare al proprio cane, gatto o pappagallo in modo da poter reggere la crisi e continuare a mantenere le proprie famiglie?
“Quando l’economia è in difficoltà, le famiglie sono in difficoltà”, ha affermato Lindsay Hamrick, direttrice per la promozione dei rifugi presso la Humane Society degli Stati Uniti. “È una resa”. In conseguenza di ciò, i ricoveri per animali in tutti gli Stati Uniti hanno dichiarato al Washington Post di aver assistito ad un afflusso di consegne di animali domestici quest’anno mentre l’inflazione mantiene la sua morsa sui bilanci delle famiglie.
Così, se da un lato i prezzi del gas e dei generi alimentari rimangono alti, come di sfatto la spesa più importante per la maggior parte degli americani che è il fitto per l’alloggio (aumentato del 5,9% su base annua a novembre e di quasi il 18% nel 2021), nel frattempo la manutenzione degli animali domestici non è affatto economica: cibo per un anno, forniture varie e cure mediche di routine costano circa tra 500 e 1.000 dollari per un cane e 650 per un gatto, secondo l’ente per la protezione degli animali.