Manifestazione davanti all’ambasciata dell’Iran. Calenda striglia i giovani italiani “Perché non si mobilitano?”

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Depositate le oltre 300mila firme raccolte dal quotidiano ‘La Stampa’ per il rispetto dei diritti umani

ROMA – Nella mattinata di domenica 8 gennaio si è svolta una manifestazione davanti all’ambasciata dell’Iran, con il direttore del quotidiano ‘La Stampa’ Massimo Giannini che ha depositato le 300mila firme raccolte dalla petizione lanciata per il rispetto dei diritti umani nel Paese. In particolare, la richiesta è per lo stop alla pena capitale e la liberazione di una giovane donna, che è stata anche compagna di cella di Alessia Pipernol’italiana rilasciata dopo più di un mese di detenzione.

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CALENDA SPRONA I GIOVANI ITALIANI: “SI MOBILITINO PER L’IRAN”

In via Nomentana a Roma, per la manifestazione davanti all’ambasciata dell’Iran, era presente anche il leader del Terzo polo Carlo Calenda. “È in atto una repressione di diritti fondamentali con una brutalità inaudita“. Il leader di Azione sprona poi i ragazzi italiani a impegnarsi in favore delle proteste in Iran: “Mi sorprende che non si mobilitano i giovani italiani, che si mobilitano per molte cose. Non si è vista una ‘sardina’. Invece sarebbe proprio il caso che si mobilitassero e facessero sentire la loro voce, perché chi viene ucciso, massacrato, impiccato, sono giovani della loro età che combattono per la libertà. Libertà che i giovani italiani hanno. Quindi si dovrebbero impegnare”.

L’ELOGIO DI CALENDA ALLE DONNE IRANIANE

Calenda ha anche ricordato l’importanza della raccolta di firme portata avanti dal quotidiano ‘La Stampa’ “per segnalare il fatto che nonostante la stanchezza per la guerra in ucraina e per tutto quello che è capitato, non possiamo far finta che questo non stia accadendo“. Il leader di Azione ha poi spiegato che “c’è sempre stata in Iran una contraddizione tra una società civile molto dinamica, moderna, anche occidentale se vogliamo. E dall’altro lato una teocrazia, un sistema di controllo della morale ma anche dell’economia: un blocco di potere. Queste due cose a un certo punto sono esplose, e a farle esplodere sono state le donne. Che in Iran sono molto moderne, occidentali, e si sono rotte le scatole di essere considerate figlie di un Dio minore, represse e obbligate a pratiche medioevali. Questa contraddizione è scoppiata e noi la dobbiamo sostenere”.

E IN LOMBARDIA MAJORINO INVITA FONTANA E MORATTI AL CONSOLATO

Intanto, in Lombardia il candidato di centrosinistra alle elezioni regionali Pierfrancesco Majorino lancia un appello ai suoi avversari: “La proposta che faccio a Letizia Moratti e Attilio Fontana è semplice. Nei prossimi giorni sospendiamo la campagna elettorale – scrive Majorino su Twitter – e rechiamoci di fronte al Consolato dell’Iran per una protesta silenziosa contro la repressione oscena a cui stiamo assistendo”.

 fonte Agenzia DIRE  www.dire.it

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