I problemi di Tesla da quando Musk è distratto da Twitter

Economia & Finanza

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Le preoccupazioni per l’indebolimento del marchio sul mercato mondiale, specie in Cina, hanno pesato quasi per il 70% sul prezzo delle azioni nell’ultimo anno. Cosa che ha portato alcuni investitori a protestare per ciò che percepiscono come una debolezza nell’azione dell ‘Ad in persona

di Alberto Ferrigolo

©  (Afp) –  Elon Musk, ceo di Tesla

 

AGI – Nel modo dell’automobile abitudini e inclinazioni stanno cambiando. Secondo S&P Global, nei primi nove mesi del 2022 Tesla faceva ancora la parte del leone negli Stati Uniti detenendo col 65% il primato delle nuove immatricolazioni. Ma, rispetto al 2020, la percentuale è in calo: era del 79%. Il motivo? Un’ondata di concorrenza pazzesca intorno ai modelli di vetture elettriche, con alcune tipologie ora a basso prezzo.

Tengono il mercato, ad esempio, alcuni marchi inossidabili come Ford, che ha di recente sfornato un modello Mustang Mach-E, elettrico appunto, che va molto tra quanti hanno una passione o hanno posseduto una Mustang del 1966. Infatti, oggi Ford è al secondo posto, con circa il 7% delle nuove immatricolazioni di veicoli elettrici negli Stati Uniti, seguita da Kia al 5% e Chevrolet e Hyundai al 4% mentre anche Mercedes-Benz e altri stanno lanciando modelli EV con l’intendo di sfidare Tesla nel mercato del lusso. E ci sono segnali, secondo il Washington Post, per cui “Musk potrebbe accelerare il declino di Tesla” visto che taluni suoi ex fan ora boicottano le sue auto a causa della sua ruvida gestione di Twitter e certe inclinazioni per le teorie del complotto care alla destra Trumpiana.

Sta di fatto che proprio le preoccupazioni per l’indebolimento di Tesla sul mercato mondiale, specie in Cina, il secondo più grande per l’azienda, hanno contribuito con un effetto negativo che ha pesato quasi per il 70% sul prezzo delle azioni dell’azienda nell’ultimo anno. La qual cosa ha portato alcuni investitori a protestare per ciò che percepiscono come una debolezza nell’azione dell’amministratore delegato in persona, Elon Musk.

E non è un caso, infatti, che il mese scorso, come annota il Washington Post, Tesla abbia offerto riduzioni e sconti sui prezzi delle vetture negli Usa. Questo mese ha tagliato persino quelli per la Cina per la seconda volta, mentre Tesla deve far i conti con una concorrenza in aumento. Gli analisti consigliano Musk di fare di più per stabilizzare la casa automobilistica e la scorsa settimana quelli di Wedbush Securities hanno messo nero su bianco in un rapporto le seguenti parole: “Musk deve adottare un approccio più pratico per l’azienda per il 2023, poiché – distratto da Twitter – sta creando una tempesta perfetta per il titolo Tesla”. E se l’azienda a questo invito non ha replicato, Elon Musk ha invece fatto sapere  con un tweet che “si assicurerà che gli azionisti di Tesla traggano vantaggio da Twitter il più a lungo possibile”.

Ad ogni modo, “Tesla ha ancora alcuni vantaggi rispetto ai rivali. Ha stabilito un’ampia gamma di produzione di veicoli elettrici, con quattro stabilimenti a livello globale, mentre molti concorrenti stanno ancora costruendo la loro capacità produttiva”, scrive il Post nel riportare l’opinione di Stephanie Brinley, analista automobilistica di S&P Global Mobility. Mentre Tesla sta ancora pianificando di lanciare altri modelli, tra cui un Cybertruck fantascientifico, Roadster di fascia alta, e un modello che sarà meno costoso dell’auto più economica dell’azienda di oggi, la Model 3.

Insomma, la sfida a Tesla sull’elettrico però è partita. Anche se secondo l’opinione corrente tra gli analisti è ancora “troppo presto per fare previsioni precise su vincitori e vinti” in un settore in rapida evoluzione e con i veicoli elettrici che dovrebbero crescere “dal 5% del mercato per i veicoli leggeri negli Usa dello scorso anno al 17% nel 2025”. Ma con l’arrivo della concorrenza, Tesla è destinata “a perder quota”, scrive il Post, anche se ciò non significa che essa “perderà importanza o volume”.

 

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