Comincia alla grande il nuovo anno. Vittoria con quattro gol contro il Parma

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Il Bari di Luigi, oggi, contro il Parma, e il Napoli di Aurelio, ieri, contro la Juventus. La differenza gol è la stessa, il risultato leggermente diverso. Paragone un po’ esagerato ed azzardato, lo sappiamo bene, ma per quello che si è visto oggi il Bari ha rasentato il Napoli visto ieri come qualità e come grandezza e soprattutto ha polverizzato l’avversario come il Napoli contro la Juve. Padre e figlio, insomma, che tornano a gongolarsi a vicenda.

Quello che da qualche tempo andiamo dicendo circa la legge di Murphy e da taluni irrisa, a quanto pare, non lo diciamo tanto per dire una stupidata: quando allo stadio vengono in meno di ventimila il Bari vince, e pure alla grande, quando vengono in 40-50 mila il Bari perde o pareggia. E allora, così, sia detto in modo simpatico: forse sarebbe il caso di farci portavoce per proporre alla società di mettere un paletto sugli ingressi dei tifosi baresi: meno sono più è facile che il Bari vinca, più si riempie, meno solo le probabilità di vittoria. Ecco, lo abbiamo detto, ormai non possiamo tirarci indietro.

Terzo risultato pirotecnico per il Bari che non poteva cominciare meglio il 2023 e che adesso si pone ancora come una compagine che potrebbe dire la sua in termini di promozione.

Chapeau, signori, davanti a questo Bari che oggi ha giocato alla grande al cospetto di una squadra forte anche se stanca dai supplementari di San Siro che avrebbero spezzato le gambe a tutti.

Un Bari grandissimo, quattro gol a Buffon, mica ad uno qualsiasi, due gol e mezzo di Cheddira anche se su rigore (bisogna pur saperli battere e la cosa non riesce a tutti), un quarto sbagliato clamorosamente, una gara straordinaria dove sono stati curati i minimi dettagli, quella marcatura di Benedetti, ad esempio, sulla fonte del gioco emiliano che prodotto solo tre tiri in porta, peraltro in modo sporco, è stata, forse, la mossa più azzeccata di Mignani che oggi ha dimostrato di non aver sbagliato nulla confermando di essere davvero un bravissimo allenatore che, con ogni probabilità, farà carriera.

Un 4-0 che ricorderemo a lungo anche perché battere il Parma non è mai stato facile come ha detto la storia degli ultimi 50 anni. I tempi di Brolin, Asprilla, Benarrivo, Apolloni e di Melli oggi son sembrati svaniti in 90 minuti, e speriamo che d’ora innanzi le parti potranno invertirsi perché il Bari dei De Laurentiis potrà essere pure criticato in merito alla doppia proprietà, ma sta seminando bene e i raccolti si vedranno presto.

Il Bari ha giocato in modo convincente con l’attenzione tipica delle grandi squadre, e negli occhi abbiamo ben impressa una prestazione sontuosa dei biancorossi in quella che, forse, è stata una delle migliori del torneo al di là del risultato. Il Bari quando vince lo fa a suon di gol, c’è niente da fare.

Buoni gli spunti di alcune scelte: Ceter, preferito a Botta, ha giocato sino alla fine dando l’impressione di aver intrapreso il suo rodaggio, e non è dispiaciuto, Dorval, ormai, è in piena crescita e la maturazione è vicina, poi c’è Zuzek che è stato preferito a Terranova in occasione dell’infortunio a Di Cesare, Salcedo che si gioca le sue chance, insomma tutti segnali che lasciano trasparire una programmazione futura ben tracciata.

La squadra non risparmia nessuna energia, fa il suo dovere fino in fondo, è una squadra piena di valori quella che si è vista fino adesso.

Bravo Mignani che ha letto bene la partita, ha colpito il Parma nei suoi punti deboli, una squadra brava, ma che se è sesta in classifica qualche problema ce l’ha, e oggi si son visti tutti, sempre in difficoltà quando il Bari aveva la palla tra i piedi.

Un Bari sopra le righe dal punto di vista fisico, e se comincia a rodare anche il colombiano, crediamo che saranno dolori per tutti perché la progressione che propone Ceter non ha eguali, se solo sta bene, ovviamente.

Il Bari si esalta contro le squadre che giocano al calcio, ed il Parma ha giocato al calcio oggi anche se ha concesso molto. La squadra deve crescere e deve diventare capace di vincere gare anche contro chi viene a Bari e si chiude preferendo giocare di rimessa e di contropeide, perché proprio contro quelle squadre tende a perdere partite.

Fino a due anni fa il mercato era gestito, forse, dal Napoli e le scelte sbagliate dell’anno di Romairone che ora stanno rovinando la Triestina e hanno dato una spallata, forse, decisiva al Messina sembrano un brutto ricordo, ma da quando Luigi De Laurentiis ha scelto personalmente Ciro Polito la musica è cambiata: si è creata più autostima e, sebbene il Bari sia vincolato alla Filmauro, l’impressione è che con il Direttore attuale si possa costruire qualcosa di grande, di molto grande.

La società sa bene cosa fare, conosce la potenzialità della città e siamo certi che saprà muoversi bene. Occorre avere fiducia in Polito e in Mignani che hanno dimostrato di aver fatto scelte giuste.

Nel mercato di gennaio le priorità devono essere due centrocampisti, uno vice Maiello perché con Maita la squadra cambia assetto, non sappiamo se in meglio o in peggio, di certo cambia modo di giocare e di uno come Maiello è difficile disfarsene, poi un altro occorre come vice Folorunsho. Forse i terzini ci sono tutti, in attacco son da rivedere alcune posizioni, Scheidler non convince ancora, Antenucci che, sempre in ottica prospettiva futura, potrebbe essere un elemento non più funzionale al progetto, anche se riteniamo l’attaccante uno che ha sempre dato tutto e forse anche più, gol a parte.

Questa è una annata dove si può e si deve osare, la sensazione è quella che il Bari possa lottare per le prime due posizioni ed è un vero peccato non approfittarne. Perché non dobbiamo sognare con una squadra del genere? Perché deve esserci vietato farlo? E’ comprensibile che i risultati che devono essere raggiunti sono due, quello sportivo e quello economico perché, di questi tempi grami dove soldi ce ne sono pochi e ci si affida alle sapienti mani di direttori sportivi, il rischio di rovinare tutto dal punto di vista economico è sempre lì per tutte le squadre e occorre anche essere attenti ai conti, ma una squadra come quella di oggi non può nascondersi. No. I tifosi non lo permetterebbero e soprattutto non lo perdonerebbero.

“Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”. Martin Luter King.

Massimo Longo

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