Dopo Ftx anche un altro colosso del settore rischia di finire a gambe all’aria. Genesis, piattaforma di prestiti in criptovalute, si starebbe preparando a dichiarare bancarotta
di Riccardo Bastianello
Un fallimento che oltre ai danni economici ed occupazionali segna di fatto la fine di un’epoca. Il crollo delle quotazioni delle criptovalute (il Bitcoin, solo per fare un esempio è passato in due anni dai quasi 70 mila dollari del gennaio 2021 agli attuali 20 mila) ha portato moltissimi investitori a chiudere i propri investimenti innescando giornate di panic selling e rendendo fragili molte società del settore.
L’azienda avrebbe chiesto la protezione dalla bancarotta insieme a Genesis Global Capital LLC e Genesis Asia Pacific Pte. Ltd., due società controllate. A pesare sulla situazione finanziaria di Genesis, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il fatto che il gruppo avrebbe prestato centinaia di milioni di dollari alla società di trading Alameda Research, un’affiliata della fallita Ftx.
Nel suo deposito, Genesis Global Capital ha dichiarato di avere più di 100.000 creditori e tra 1 e 10 miliardi di dollari in attività e passività. Genesis Global Holdco e Genesis Asia Pacific avevano ciascuna tra i 100 e i 500 milioni di dollari di attività e passività.
Genesis dal canto suo ha dichiarato di avere “discussioni continue e produttive” con i consulenti dei suoi creditori e con la sua società madre per trovare un modo per “preservare le attività e portare avanti l’azienda”. Al momento però le soluzioni prospettate non hanno portato ad alcun risultato. Di certo sono ora in pausa i rimborsi e la creazione di nuovi prestiti.
I numeri del cripto-inverno
I numeri del crypto-inverno sono impietosi. Si calcola che assieme le criptovalute abbiano perso fino a 2.000 miliardi di dollari di valore. Dal suo picco il Bitcoin ha perso il 70% del suo valore, quotato oggi intorno ai 20 mila dollari. Non va meglio per Ethereum che dal picco di 4800 dollari di novembre 2021 ha perso il 70%, per Ripple (-75% in meno di due anni) o per Cardano, crollato dell’88% in un anno e mezzo.