Caccia alla notizia del Boss e della Diva

Arte, Cultura & Società

Di

Questa settimana la guerra in Ucraina minuto per minuto è tornata a dominare le news, dopo che è stata la volta di Matteo Messina Denaro e Gina Lollobrigida… d’altra parte la società civile nelle dinamiche dell’oblio o del travisamento si è intrecciata spesso con l’ineluttabile continuità tra mafia e spettacolo, anche se non in questo specifico caso.

Quanto segue non è stato però esempio fulgido di un cortocircuito ludo mediatico che impazza su stampa, televisioni, radio e siti web? Notizioni che servono a distogliere l’attenzioni da problemi ben più seri. Fa comodo; è un aspetto del solito “Panem et circenses”. Ma, aldilà di ogni tono, ironico o polemico, c’è il rischio che chi tira la carretta prima o poi si stufi di tanti artisti del bla-bla.

Immagino che, come me, ne avrete le orecchie piene di sentire dai media sempre e solo le solite cose. Immagino e credo che a furia di ascoltare e vedere la solita gente che dice e promette le solite cose e poi come sempre non fa nulla sarete un po’ stufi. In questi giorni, anche di più…

Notizia batte notizia. Titolo brucia titolo. Fra fine anno vecchio e inizio anno nuovo, tanti big hanno movimentato le cronache. Politica. Sport. Spettacolo. La Regina Elisabetta II, poi Papa Ratzinger. Pelè, poi Vialli. Morti ma destinati alla memoria, per giorni hanno occupato la scena: tutti con gli occhi e le orecchie rivolti agli schermi e alle pagine riportanti la notizia d’effetto.

Anche la settimana appena trascorsa non è stata da meno. “Ultimo padrino”, “ultimo stragista”. Così i principali giornali nazionali hanno ribattezzato Matteo Messina Denaro, all’indomani del suo clamoroso arresto, un fatto per giorni destinato ad occupare quasi per intero le prime pagine.

I media si sono concentrati sui dettagli della cattura, avvenuta in una clinica di Palermo, e della latitanza, durata ben 30 anni. Uno, due, tre i covi scoperti. Salta la formidabile rete di protezione del boss, tornato comune mortale al 41 bis in un supercarcere.

Una gola profonda? Un’azione da tempo programmata, scattata soltanto ora per dare l’opportunità al governo Melo di intestarsene il merito? Oppure niente ormai della mente criminale, ma solo un malato stanco e stufo di essere braccato? La dietrologia fa breccia, pervade la chiacchiera dei commentatori d’ogni dove. Chissà?

L’altra notizia che fa cassetta, e con la prima spartisce i primati, è la scomparsa, alla veneranda età di 95 anni, di Gina Lollobrigida. Grandissima vedette, una pietra miliare della storia del cinema italiano e internazionale. Ha lavorato con illustri esponenti, attori e registi, dello star system di Cinecittà e Hollywood.

Arzillamente ha calcato la scena dei talkshow fino a non troppo tempo fa. Le umili origini a Subbiaco, nella provincia romana. Il titolo guadagnato sul campo di “Bersagliera”. Gli amori e le rivalità, qui Sophia Loren fa capolino. Matrimoni con uomini giovani in odore di circonvenzione. Il figlio in ombra e l’adorato factotum, in lizza per l’eredità di un patrimonio da favola. Il nipote in politica, ora ministro.

La donna, l’attrice osannata e massacrata al tempo stesso. Formalmente nel cuore di tutti gli Italiani, lascia un covo di vipere a spartirsi il lascito e i proventi di una carriera artistica invidiabile. Anche qui, pezzi da novanta del gossip a parlare e sparlare, a fare ipotesi già a prima vista le più bizzarre.

Che dire. Non c’è da stupirsi e nemmeno da lamentarsi: questa è l’Italia. La grande notizia, si sa ha il potere di allontanare lo sguardo dai grandi problemi. Che paese è l’Italia? Quale politica fa? E dove andremo di questo passo? Certamente, tutti i giorni c’è della gente che nonostante tutto si sveglia ogni mattina, si rimbocca le maniche e si sbatte per tirare avanti la caretta…

Ma in che cosa crede? E per quale speranza o illusione ancora? Abitudine o stanchezza? Non voglio pensare questo, mi rifiuto di farlo, mi auguro come tutti voi, che sia la speranza a spingerci avanti tuttavia, a mostrarci che prima o poi qualcosa possa cambiare.

Senza essere colti da stanchezza o rassegnazione, resistere e proseguire dipende da solo da noi? Dalla nostra forza di volontà, di farlo per noi e per i nostri figli, per un futuro diverso e migliore?

Scandagliando il materiale umano che ci circonda, certo ci sono uomini e donne diversi che credono ancora nella giustizia, nella democrazia, nella lotta per cambiare questo sistema collassato, che pare non avere e non dare più speranze, che sprofonda grazie a chi si culla imperterrito nei suoi atteggiamenti bassamente demagogici.

Basta il buon senso per comprendere, da qui, che bisogna ripartire per affermare che non è così; per affermare che qualcosa anche se lentamente si può muovere.

Il problema è che tanto chiasso mediatico non favorisce il risveglio delle coscienze. Il problema è che in questo bailamme, nella realtà della complessità imperversante, si va, da troppo tempo avanti, in ordine sparso. Non c’è unità, troppi galli e galline, troppi partiti politici. Troppe divisioni e poca visione, è come se tutti dicessero tutto e il contrario di tutto.

Altro che nuovo umanesimo. Quello che dici tu è diverso se lo dico io, solo per dire le stesse cose, cambiando il modo. E voglio vedere come in una situazione come quella sopra descritta, che ahimè stiamo tutti vivendo, che cosa mai di più ci possa dire una sociologia senza dubbi, capace di auto-dichiararsi rigorosamente scientifica, che troneggia, che alla fine risulterà anch’essa una ipersemplificazione, tanto è fatta soltanto di parole.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube