Bernard Arnault annuncia dividendi superiori alle attese, grazie ai due anni di boom per i marchi Louis Vuitton e Dior. Le vendite su del 23%. Attesa per la ripresa del mercato cinese
di Gabriella Bianchi
AGI – È l’uomo più ricco del mondo e ha scavalcato nella classifica di Forbes Elon Musk, patron di Tesla, e “mister Amazon” Jeff Bezos. Come i suoi colleghi, Bernard Arnault può vantare prodigi da re Mida, per aver trasformato, negli ultimi due anni, LVMH come la più grande società per capitalizzazione di mercato. Una potenza nel settore, grazie all’acquisizione di marchi come Tiffany, nel 2020 e la presenza in tutti gli ambiti del lusso, dallo champagne Moët agli hotel Cheval Blanc.
“Lavoriamo sull’appeal dei nostri marchi in modo che possano resistere alle flessioni e noi abbiamo imparato a essere flessibili in caso di crisi” ha detto il direttore finanziario del gruppo, Jean Jacques Guiony, sottolineando come le prospettive economiche siano di difficile previsione, ma la strategia a lungo termine resta invariata. Per Guiony la fedeltà dei consumatori verso i brand di lusso e la forza dei marchi LVMH hanno resistito alla guerra in Ucraina e alla crisi della Cina. Lo confermano “i solidi risultati dello scorso anno”.
Il peso dell’inflazione e le prospettive disegnate da UBS, che vede un aumento del 9% delle vendite di beni di lusso per quest’anno, a fronte di un’espansione del 16% nel 2022, portano gli analisti a intravedere una rallentamento della domanda. Nel quarto trimestre di LVMH, proprio l’andamento del Covid in Cina ha intaccato il fatturato del gruppo, aumentato del 9%, rispetto al 20% dei precedenti nove mesi. Su base annuale però le vendite sono aumentate del 23%, portando a 79,2 miliardi di euro il fatturato, con una crescita dell’utile del 17%, pari a 14 miliardi di euro.
Trainante la divisione moda e pelletteria di Dior e Louis Vuitton, che ha visto crescere le vendite fino a 38,6 miliardi di euro, con il 20% di crescita organica. In particolare il brand Louis Vuitton ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro in termini di fatturato lo scorso anno e ha raddoppiato le sue dimensioni in quattro anni. Il gruppo ha così annunciato che proporrà un dividendo per il 2022 di 12 euro per azione, rispetto ai 10 euro dell’anno precedente e ai 4,80 euro per azione del 2019, in epoca pre pandemica.
La famiglia Arnault possiede il 48% del capitale azionario. I figli del magnate lavorano nel gruppo e di recente è stato annunciato un rimpasto di gestione, con la promozione dell’amministratore delegato di Dior Pietro Beccari alla guida di Louis Vuitton. Arnault ha nominato la figlia Delphine Arnault nuovo amministratore delegato di Dior, il secondo marchio del gruppo.